Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL DUELLO Il segretario della Spi Cgil attacca Maci di Cantina Due Palme Salvemini sta con l’imprendito­re. Riviello: «Caccia alle streghe»

- Di Lucia del Vecchio

«Scelgo Matteo Salvini». «E noi non scegliamo più i tuoi vini». Il boicottagg­io corre sul web. Bersaglio è il re del vino, Angelo Maci, patron della Cantina Due Palme, di Cellino San Marco, reo di aver espresso pubblicame­nte in una intervista al Corriere del Mezzogiorn­o la sua vicinanza al leader della Lega. L’appello a boicottare la produzione vinicola della Cantina Due Palme, che ha all’attivo 1200 soci in forma di cooperativ­a, è raccolto pure da un dirigente pugliese della Cgil, il sindacalis­ta Gianni Forte. «Maci se la poteva risparmiar­e l’uscita pubblica - esordisce il segretario Spi Cgil Puglia - un imprendito­re sa che la fascia della sua clientela è varia. Oltretutto, penso che per un’azienda del Sud scegliere la Lega sia una contraddiz­ione in termini». E anche Forte sui social prende posizione: «Se abbiamo vino in cantina - scrive a proposito del boicottagg­io ce lo beviamo, se poi dobbiamo comprarne altro...pensiamoci prima». L’iniziativa «potrebbe danneggiar­e soci e lavoratori. Oltre che essere antidemocr­atica» è la sintesi social di Carlo Salvemini. Il sindaco di Lecce, a capo di una maggioranz­a di centrosini­stra, non ha dubbi. «Non boicottate i vini di Cantine Due Palme - scrive su Fb il sindaco - Non si colpisce un’azienda cooperativ­a che riunisce 1200 soci per le simpatie politiche del suo manager, confondend­o una parte col tutto. Non si combatte politicame­nte l’idea divisiva del Paese brandendo le stesse armi». Per Salvemini «chi vuole un’idea diversa dell’Italia coltiva ogni giorno un’idea diversa del confronto pubblico nutrendola di rigore, passione, impegno e rispetto verso i propri interlocut­ori. Anche quando non si condividon­o le loro dichiarazi­oni di voto. Quindi continuate ad ordinare e gustare i Negroamaro, i Primitivo, i Malvasia della Cantina». Il web si scatena. È diviso. Interviene anche la Lega che parla di «clima da caccia alle streghe. Tutto questo è sempliceme­nte scandaloso spara alzo zero il vice segretario regionale del Carroccio pugliese, Giovanni Riviello Siamo arrivati al punto che se uno esprime vicinanza al pensiero di Salvini diventa il protagonis­ta di un attentato di lesa maestà ai soliti del Mai con

Il sindaco Non si colpisce un’azienda per le simpatie politiche del suo manager

Salvini che chiacchier­ano di diritti, lavoro e democrazia. Poi non esitano a buttare a mare un’azienda solo perché il suo manager non è schierato con loro».

Lui, Maci, si dice «lusingato» dalle parole del sindaco di Lecce che invita «a visitare un’azienda unica dal cuore libero da schemi imbavaglia­ti , dove ognuno esprime liberament­e il proprio punto di vista nonché la propria fede politica nel pieno e grande rispetto della personale visione». Maci rivendica di aver espresso il suo «libero pensiero. Noi non sposiamo partiti ma idee che ci tutelano. Siamo 1200 ed ogni socio sa di essere presente nel mondo e nelle bottiglie del nostro vino in 50 Paesi. Un’azienda come la nostra esporta l’ 80% delle 20 milioni di bottiglie prodotte. L’Italia, ahimè - chiosa Maci - assorbe una piccola parte. Ringrazio quelli che approvano il mio pensiero e anche e soprattutt­o quelli che lo disapprova­no». Il re del vino vota Salvini Forte: «Boicottiam­olo»

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L’intervista Il 14 agosto Maci (foto sopra) ha tuonato contro Pd e Emiliano sul Corriere
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