Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Altre due cause per Parco Perotti «I suoli sono nostri, ora pagate» Dopo la citazione di Iema, recapitate al Comune di Bari le lettere di Gafi e Istvan
«Rivogliamo i nostri suoli BARI perché sono occupati senza alcun titolo e chiediamo il pagamento per l’utilizzo degli ultimi anni». Altre due lettere di messa in mora sono state recapitate al Comune di Bari. L’oggetto? Il recupero della proprietà dei suoli di Parco Perotti che dai tempi dell’amministrazione targata Michele Emiliano (attuale governatore della Puglia e magistrato in aspettativa da 15 anni) sono occupati dal Comune che non ne è proprietario. Circostanza che è proseguita nel primo mandato di Antonio Decaro (riconfermato al Comune con il 66% delle preferenze) e che dovrà essere risolta.
La prima istanza, che è sfociata nella causa che si terrà a febbraio prossimo, è stata presentata dalla Iema della famiglia Quistelli. La richiesta, per il solo mancato godimento del bene, è di un milione (altri 10 per modifica dell’aspetto e destinazione d’uso). A questa si aggiungono le recenti lettere fatte recapitare all’amministrazione locale dalla Gafi (famiglia Andidero) e dalla Istvan. Entrambe sono proprietarie di aree che ricadono nel parco. Il punto è che a Bari si è realizzato un caso (più unico che raro) fatto di errori e pasticci giuridico-amministrativi compiuti sulla «pelle» degli stessi interessi di pubblico e privato. Il parco, infatti, versa in condizioni igieniche alquanto precarie. E la situazione di abbandono è frutto evidentemente di questa incertezza. La responsabilità tra chi è proprietario e chi ha il possesso dell’area (il Comune) è indefinita. Infatti, la Multiservizi, società pubblica specializzata nella manutenzione del verde e degli arredi urbani, nel parco (ribattezzato della «legalità») non può prestare l’opera. La Cedu, che ha riconosciuto le ragioni dei privati dopo l’abbattimento disposto da Emiliano (si è sempre difeso dicendo che era obbligato a farlo da una sentenza) ha condannato nel 2012 lo Stato italiano a indennizzare le società private con un assegno da 49 milioni. Ovviamente il peso economico di tale provvedimento è stato scaricato sul contribuente italiano, mentre non si hanno tracce di responsabilità di singoli amministratori che hanno rilasciato le autorizzazioni. Nel caso specifico dal 2010 l’area del parco è stata occupata dal Comune. Eppure, il 15 novembre del 2010 il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonio Lovecchio, aveva disposto la revoca della confisca dei suoli in favore dei legittimi proprietari. A quanto pare, dopo anni di promesse (era stato anche presentato un progetto per riedificare l’area bocciato dalla Soprintendenza), a settembre Decaro dovrebbe riprendere in mano il dossier. Per quella data è fissato un incontro tra i proprietari dei suoli e il direttore generale del Comune, Davide Pellegrino. Quest’ultimo dovrà sbrogliare una complicata matassa.