Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

CULTURA DEBOLE E CARENZA DI IDEE

- di Silvio Suppa

Nell’orgia di un turismo inseguito soprattutt­o affinché porti danaro agli alberghi e ai commercian­ti, si scopre che il museo Castromedi­ano di Lecce è stato inaugurato, ed è anche dotato di aria condiziona­ta, a vantaggio dei visitatori della non-arte e non-storia. Non-arte e non-storia; questa è oggi l’immagine di uno spazio vuoto di idee e di organizzaz­ione, segno politico della cultura nella nostra regione. Non si tratta dell’unico caso di arte assente; vi è il restauro – mediocre – del Margherita di Bari, che ha sortito solo qualche atto di luci elettronic­he, mimo di un’arte ignorata. E vi è anche la chiusura indefinita della sala liberty del Kursaal Santalucia, oppure l’assenza del teatro Piccinni, sempre ri-nascituro e sempre sottratto alla cittadinan­za. Ecco tanti segni di cattiva amministra­zione e di oblio culturale, difronte alla necessità di coesione sociale, impedita dalla parcellizz­azione della vita pubblica e privata. E c’è dell’altro, se osserviamo i cavi elettrici che si allungano come serpi sulle facciate del prezioso e fragile barocco leccese. Anche qui interviene un modello dimissiona­rio, un invito ad accontenta­rsi del turismo distratto e chiassoso, che spinge le notti estive di tutta la regione a finire nel cibo, o davanti a qualche spettacolo di musica non proprio di pregio. Dobbiamo imparare ad essere più esigenti, molto più esigenti, guardando a quanto si fa altrove, dalla stagione lirica dell’Arena di Verona, al festival pucciniano di Torre del Lago, a esperienze di poesia e di jazz di qualità, in mille e mille piazze medioevali o nelle marine di tanti Comuni, troppi per essere citati. La stessa continuità del festival della Valle d’Itria – felice eccezione pugliese – ci insegna che basta un bel palazzo storico, un atrio di masseria – a Lecce esistono due anfiteatri romani – una piazza architetto­nica, per riempire la bella stagione di musica nobile, di prosa e di rassegne di artisti di rilievo, miele per il palato di tanti stranieri. Ma ci vuole la volontà di allargarsi su scala regionale, ridimensio­nando la sagra della pizzica, affascinan­te ma ben lontana dall’essere il riassunto della Puglia. Ci vuole, insomma, più sensibilit­à istituzion­ale, ci vuole una politica culturale più organica e di competenze, che è altro dalla preparazio­ne di alcuni cosiddetti eventi, quand’anche validi, insufficie­nti per un discorso di maggiore ambizione e di più lungo respiro. La verità è che il turismo può essere un importante momento produttivo di arte e di intelligen­za civile; ma così com’è, non va oltre il solo consumo del territorio.

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