Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Per niente Candida
Cara Candida, sposata da sette anni, un figlio di sei, sono casalinga e vorrei che mio marito si occupasse di più di noi. Invece lui è vecchio stampo, dice che lui lavora (tanto, troppo secondo me) e che io sto a casa, ho anche una tata, ed è giusto che mi occupi di tutto, tipo far fare i compiti al piccolo, accompagnarlo agli sport, prenderlo a scuola. Mai che lo faccia lui. Quando sente parlare di «mammi» o di papà che stanno nella chat della scuola, storce il naso, inorridito. Non le sembra che i tempi siano cambiati e richiedano più attenzione verso i figli e la vita familiare? E che non è questione di aiuti in casa ma di tempo libero e disponibilità mentale a occuparsi della famiglia? Katia
Cara Katia, è difficile giudicare con un metro contemporaneo una famiglia che, al contrario, è impostata in modo molto tradizionale. Se suo marito lavora tanto fuori casa, e lei non ha un impiego, è normale che lei lavori tanto in casa seguendo suo figlio. Forse non vi siete confrontati bene sulle reciproche aspettative quando avete impostato in questo modo la vita coniugale. Tenere insieme i privilegi vecchi e quelli nuovi è un equilibrismo difficile. Non ha pensato di trovarsi un lavoro per riequilibrare le cose e avere qualche elemento in più per avvalorare le sue richieste?
Una nuova vita per la signorina
Gentile Candida, sono una signorina vecchio stampo. Signorina, nubile, come si diceva un tempo. Ho avuto un amore in gioventù, ormai svariati decenni fa. Un grande amore. Che si è rivelato un impostore. Non mi è più importato degli uomini, non li ho cercati, li ho evitati. Mi sembrava frivolo rispondere a corteggiatori che comunque non mi interessavano. Ho passato
anni sereni ospite in casa di mia sorella, crescendo i nipoti che, ora, a loro volta, hanno figli. Poi mia sorella è mancata, mio cognato è mancato. E ora resto sola in questa grande casa che i figli reclamano e vorrebbero vendere. Finirò in una casa di riposo senza aver conosciuto il mondo, senza il conforto di aver vissuto. Il tempo mi è scivolato dalle dita e mi chiedo se posso recuperarne ancora un po’. Ho 68 anni, sto bene in salute, ho una dignitosa rendita, non mi manca niente. I nipoti si oppongono che io vada a vivere da sola, nonostante un’amica mi abbia trovato anche un piccolo appartamento. Io sono titubante, sento che ho perso tanto, ma non saprei da dove cominciare a star da sola. Posso mai viaggiare da sola? Posso mai, di colpo, farmi degli amici? È pensabile che trovi una compagnia per la vecchiaia, io che sono così riservata, così poco avvezza a trattare con gli uomini? Non ha davvero più senso chiudermi in un ospizio fra coetanei che hanno giù rinunciato a vivere?
Concetta Cara Concetta, non è mai troppo tardi per cominciare a vivere. Prenda subito quell’appartamento, si iscriva a corsi di lingue, di ballo, di teatro, qualunque cosa le associazioni sul territorio possano proporle. Si farà degli amici nuovi, persone da vedere a pranzo o a cena, o amici con cui fare viaggi piccoli o lunghi. All’inizio sarà difficile, poi via via acquisterà fiducia in se stessa. A rinunciare a vivere è sempre in tempo. Scriveva Lev Tolstoj: «La vecchiaia è la più inattesa tra tutte le cose che possono capitare ad un uomo». Perciò, bisogna affrettarsi, non rimandare. Quando si hanno davanti pochi anni e giornate lunghe, bisogna dar valore a ogni minuto. Niente invecchia di più che vivere di rimpianti, niente ringiovanisce di più che avere ancora dei sogni e provare a realizzarli. Nessuno è vecchio finché ancora cerca qualcosa e sa usare l’immaginazione. Lei, per decenni, si è chiusa in una vita già scritta, ma può ancora sparigliare le carte, scoprire cose di sé che non sa, trasgredire a qualche regola che si è imposta per eccesso di contegno. Torni a ridere: si è sempre giovani, quando si sa ridere. Ai nipoti che le danno buoni consigli, dia il cattivo esempio non seguirli. Potrebbero imparare qualcosa di buono anche loro.
Il marito non geloso
Cara Candida, possibile che sono l’unica fra tutte le mia amiche che non ha un marito geloso? Sono ancora una donna piacente, ricevo complimenti e attenzioni, ma mio marito niente. Dice che il nostro amore va molto al di là di questo e non ha mai, dico mai, fatto un gesto anche solo fingendo gelosia. Il che mi fa sentire poco apprezzata. Mi rendo conto che sono stupida a rivolgerle questa lettera, ma è estate e un po’ di movimento in una coppia non
bisognerebbe darlo? Allo stesso modo, se io faccio notare qualche donna che lo guardo, lui scrolla le spalle come se fossi scema. È sempre stato così, anche prima che ci sposassimo due anni fa, ma ho l’impressione che sia persino peggiorato. Lina
Cara Lina, non capisco il suo disappunto. Preferirebbe un marito che le vieti una scollatura, una gonna corta, che la mandi al mare in burkini? Preferirebbe un uomo che le controlla le telefonate, che le vieta di uscire da sola? La gelosia è roba da bambini e scavallare dalla lusinga scherzosa all’eccesso è un attimo. In una coppia, l’assenza di gelosia può essere un gioco in meno, ma è anche un’opportunità in più. Troppe liti si consumano in nome del possesso, e troppe volte si abusa del senso di gelosia dell’altro per tenerlo in scacco, paventare pericoli che non esistono, alimentare in lui un senso di struggimento nella speranza che sia garanzia di attaccamento verso di noi. È tutta un’illusione, mi creda. Anzi, fra tutte le cosiddette astuzie femminili, l’uso della gelosia è fra i più sciocchi e i più rischiosi. A forza di stuzzicare la gelosia, si può instillare un senso di inadeguatezza che è una voragine. Parliamo di debolezze che attingono dai complessi più profondi e che possono scatenare reazioni abnormi. Non è necessario che citi i casi che funestano le cronache per convincerla che lei fantastica di scherzare col fuoco. Se proprio le manca un gioco estivo per riaccendere la curiosità nel rapporto, s’inventi una sfida da fare in due. Tutte sono buone. Chi finisce prima di leggere Guerra e Pace. Chi impara a star più lungo in apnea. Chi si abbronza di più. Chi perde più chili in eccesso. Non mi faccia diventare troppo superficiale e si rallegri, piuttosto, di non avere un marito insicuro. Si rallegri del fatto che, evidentemente, lei riesce a comunicare al suo uomo un animo talmente puro e insensibile all’infedeltà da non smuovergli, non dico gelosia, ma neanche un presentimento.