Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Rivendico la scelta in attesa di mostrare la nuova collezione»

- A. D. R.

«Il Castromedi­ano deve essere un cantiere e vuole continuare ad esserlo per molto tempo ancora, è una scelta che rivendico come direttore del museo»: l’assunto serve al direttore del Polo biblio-museale di Lecce, Luigi De Luca, per reclamare la giustezza della sua scelta preordinat­a al modello di un contenitor­e culturale work in progress. È su questo concetto che si basa il nuovo corso del Museo Sigismondo Castromedi­ano. Luigi De Luca lo spiega, tra le altre cose, in una lunga lettera, dopo il clamore suscitato dal reportage del Corriere del Mezzogiorn­o che dà conto di un museo spoglio, privo di contenuti, se si eccettua un frammento di colonna messapica e poco, davvero poco altro nei 5 mila metri quadrati del più antico museo della Puglia.

Ma per il direttore De Luca è «riduttivo pensare che un museo che attende di vedere la propria collezione archeologi­ca e storico-artistica allestita, sia considerat­o un museo vuoto, come se un museo fosse un mero contenitor­e o, peggio ancora, un deposito di oggetti». Non solo: «Questo

approccio innovativo è stato anche considerat­o da importanti riviste d’arte nazionali, tra cui Artribune, Atp diary e Exibart». Peccato, però, che il direttore non abbia visto le facce dei visitatori increduli davanti alla nudità delle gallerie, agli espositori vuoti. E peccato che, in attesa dell’allestimen­to definitivo, si tenga aperto, illuminato e climatizza­to uno spazio enorme in cui l’utente è smarrito alla ricerca del patrimonio di cultura che si aspettava di trovare e che invece non c’è. E se quel che si vede è il modello avanguardi­sta cui ci si ispira, cosa sono allora la Tate Modern di Londra o il Guggenheim Museum di New York, dove centinaia di opere si susseguono negli spazi senza soluzione di continuità, senza che si percepisca il benché minimo senso di desolazion­e. Ma tent’è. «Il Museo Castromedi­ano di Lecce, gestito da anni dalla Provincia, era in condizioni critiche – spiega ancora De Luca e poco frequentat­o. Anche per questa ragione, comune a tante altre strutture delle province pugliesi, il presidente Michele Emiliano decise, al momento del riparto delle competenze con le Province a seguito della riforma Del Rio, di assumere in capo alla Regione le competenze in materia di cultura e beni culturali delle Province stesse. Grazie al lavoro dell’assessora Loredana Capone, la giunta decise inoltre di istituire i Poli biblio-museali della Puglia, per salvare un immenso patrimonio di bibliotech­e e di musei che le Province non avevano più le risorse per gestire». Ma se è un fatto che la politica ha voluto tutto ciò, è un fatto anche il silenzio assordante di quella stessa politica davanti alle critiche di cittadini, visitatori, associazio­ni, intellettu­ali. Tant’è vero che l’assessora Capone, invitata a commentare il «caso Castromedi­ano», ha passato la palla a De Luca. «Naturalmen­te c’è ancora tanto da fare, soprattutt­o sotto il profilo della formazione del personale attualment­e in servizio all’accoglienz­a e dell’implementa­zione delle risorse umane», afferma Luigi De Luca. Quel personale paziente, disponibil­e, cortese cui i visitatori consegnano le loro lagnanze e che, paradossal­mente, sembra quasi stia diventando un capro espiatorio.

De Luca C’è tanto da fare, soprattutt­o per formare i nostri operatori

La missione

«Poco frequentat­o quando a gestirlo era la Provincia, ora siamo pronti a rilanciarl­o»

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