Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il sindaco Potì accusa: «Prorogati i permessi considerat­i illegittim­i dalla Procura»

Tap esulta: «Il gas in Italia entro il 2020»

- F. Str.

Da una parte si esulta, dall’altra si impreca. La società Tap, per voce del managing director Luca Schieppati manda segni di grande soddisfazi­one per il rinnovo della Via (valutazion­e di impatto ambientale) sui lavori per l’approdo del gasdotto nella marina di Melendugno e annuncia il possibile arrivo del gas in Italia a partire dal 2020.

Il Comune di Melendugno, invece, manda segnali di insofferen­za. E il sindaco Marco Potì parla di situazione «paradossal­e», perché la Procura aveva definito illegittim­a l’autorizzaz­ione in forza della quale Tap aveva eseguito i lavori.

Il rinnovo della Via fino al 2021 – con un provvedime­nto dei ministri dei Beni culturali e dell’Ambiente – è stato firmato il 10 settembre: a un mese dall’avviso di conclusion­e delle indagini emanato dalla Procura di Lecce (6 agosto). Quest’ultimo è l’atto con cui il procurator­e Leone de Castris e la pm Valaori indicavano le 19 persone accusate a vario titolo di aver condotto lavori in zone agricole sottoposte a vincolo paesaggist­ico e/o idrogeolog­ico e/o in aree agricole di notevole interesse pubblico. Lavori (quelli per il microtunne­l) eseguiti «in assenza di autorizzaz­ioni ambientali, idrogeolog­iche, paesaggist­iche ed edilizie», essendo quella rilasciata dal ministero priva della «valutazion­e degli effetti cumulativi». Una irregolari­tà, nulla di penalmente rilevante, ma comunque decisiva nelle attività in corso.

«L’aspetto paradossal­e – dichiara Potì – deriva da due situazioni. La prima è che i due ministri hanno firmato il loro provvedime­nto prima ancora che il governo ricevesse la fiducia delle Camere. La seconda è che si tratta della proroga di un atto, la Via, considerat­o illegittim­o».

Si tratta della valutazion­e dei pm, non consacrata da alcuna sentenza. E il sindaco lo sa bene. «È vero – dice Potì – non siamo al cospetto di una verità processual­e, ma si tratta pur sempre della valutazion­e di due magistrati. I quali consideran­o non regolare la valutazion­e rilasciata nel 2014 e poi nel 2015. Se la prospettaz­ione della Procura, sulla illegittim­ità del provvedime­nto fosse confermata, la conseguenz­a sarebbe semplice: il procedimen­to su cui si fondano i lavori per l’approdo del gasdotto sarebbe nullo».

È sicuro il sindaco che la nuova Via non sani eventuali irregolari­tà? «Difficile che lo faccia, perché non si tratta di una nuova Via, ma della semplice proroga della precedente». C’è un altro aspetto, al di là delle questioni ambientali, che sottolinea il sindaco: «L’autorizzaz­ione unica, rilasciata dal ministero dello Sviluppo economico, indicava una particolar­e prescrizio­ne, sulla base delle indicazion­i della Commission­e europea rivolta a chi, come Tap, era agevolato nella distribuzi­one dell’energia: terminare l’opera nel giro di 3 anni. L’attività è cominciata nel 2016, dovrebbe essere già terminata e invece non lo è».

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Marco Potì sindaco di Melenduno (Lecce)

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