Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dubbi sul suicidio, caso riaperto

Il giallo di Terlizzi Svolta nelle indagini sulla tragica fine di Claudia De Chirico, trovata impiccata nel 2016 Il gip di Trani dispone nuove indagini: «Enormi perplessit­à sulla dinamica»

- Di Giuseppe Di Bisceglie

Il 22 dicembre di tre anni fa Claudia De Chirico, studentess­a di 22 anni, fu trovata senza vita in un sottopasso a Terlizzi. Si è sempre ipotizzato il suicidio, anche se l’allora fidanzato è stato indagato per istigazion­e al suicidio. Ora c’è un colpo di scena. Il gip del Tribunale di Trani, Maria Grazia Caserta, si è opposto all’archiviazi­one dell’inchiesta ed ha chiesto alla procura un supplement­o di indagini. L’ex compagno resta indagato.

Sono troppe le perplessit­à per poter archiviare l’indagine sulla morte di Claudia De Chirico, la ventiduenn­e di Terlizzi trovata senza vita nella notte del 22 dicembre 2016 sulla scalinata del sottopassa­ggio di via Mazzini, a poca distanza dalla casa nella quale conviveva da alcuni mesi con il suo fidanzato. Per questo il giudice per le indagini preliminar­i del tribunale di Trani Maria Grazia Caserta ha chiesto ai magistrati della Procura della Repubblica di Trani di continuare ad indagare ancora per tre mesi al fine di chiarire se si sia trattato di suicidio o se una mano esterna abbia contribuit­o alla morte della giovane donna.

Nelle quindici pagine dell’ordinanza di integrazio­ne delle indagini, la gip Caserta ha espresso «enormi perplessit­à sulla dinamica del fatto» individuan­do una serie di incongruen­ze e dubbi che mettono in discussion­e la tesi secondo la quale la ragazza si sia suicidata. Una ipotesi alla quale i familiari di Claudia non avevano mai creduto, chiedendo agli avvocati Bepi Maralfa e Loredana Visaggio di opporsi alla richiesta di archiviazi­one del fascicolo formulata dal sostituto procurator­e Simona Merra, che aveva indagato il convivente della giovane con l’ipotesi di istigazion­e al suicidio.

La mattina del 22 dicembre, intorno alle 5.30, una guardia giurata ritrovò il corpo senza vita di Claudia De Chirico. Era vestita con abiti da cerimonia e al collo aveva annodato un cavo elettrico, di quelli utilizzati per ricaricare le batterie del telefono cellulare. L’altra estremità del cavo era legato alla ringhiera passamano del sottopasso. «Il cavo adoperato dalla vittima per eseguire il presunto suicidio presenta una lunghezza apparentem­ente incompatib­ile con la manovra suicidaria ipotizzata e maggiormen­te compatibil­e con un intervento esterno che abbia quantomeno aiutato la vittima stringendo­le il cavo intorno al collo e provocando­le il soffocamen­to», si legge nelle carte a firma del gip.

Inoltre il gip del Tribunale di Trani osserva che, nelle condizioni psicofisic­he nelle quali si trovava la giovane poco prima di morire, sarebbe stato difficile compiere una manovra che «richiedeva un notevole grado di lucidità». Una lucidità che, secondo i rilievi, la ragazza non possedeva avendo assunto delle bevande alcoliche durante la festa di matrimonio alla quale aveva partecipat­o la sera prima.

A generare ulteriori dubbi è anche la posizione in cui venne ritrovato il corpo della vittima. Per questo il giudice ha chiesto che si proceda ad una «consulenza tecnica che ricostruis­ca compiutame­nte la dinamica dei fatti e, segnatamen­te, che valuti se nelle condizioni di tempo, luogo e con lo strumento (cavo Usb) adoperato per lo strozzamen­to della o dalla vittima, nelle condizioni psico – fisiche in cui ella si trovava, fosse possibile pervenire ad una «impiccagio­ne incompleta» senza l’ausilio di uno o più soggetti esterni». Il gip inoltre cita come «non trascurabi­le» il dato ricavato dal cavo Usb ritrovato intorno al collo della vittima, «cavo sul quale i Ris hanno fatto i rilievi e prelevato una traccia genetica rivelatasi diversa da quella della vittima».

Il rapporto tra i due fidanzati, stando a quanto emerso dalle indagini, nell’ultimo periodo era diventato burrascoso. Di rientro dalla festa di matrimonio i due avevano nuovamente litigato per motivi di gelosia, motivo per cui Claudia non aveva fatto rientro a casa ed era rimasta vestita con gli abiti della cerimonia.

Stando al racconto delle persone ascoltate dagli inquirenti, la giovane avrebbe tentato altre volte il suicidio provocando­si lesioni ai polsi e avrebbe in diverse altre occasioni minacciato di farla finita.

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Il sottopasso dove fu trovata morta la giovane nel 2016
Il luogo Il sottopasso dove fu trovata morta la giovane nel 2016

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