Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il troppo stroppia
Joker non è più super. Non ha più i poteri dell’anti-eroe. È anzi tragicamente mondano, appartiene alla sofferente umanità delle periferie sporche e violente, della marginalità sociale, del welfare negato, delle famiglie disfunzionali. Assomiglia a Travis Bickle di Taxi driver, ma non è come il personaggio di Scorsese, perché noi spettatori sappiamo che ha una storia diversa, sovrumana. Aspettiamo, dunque, che questa storia si manifesti. E invece, ecco la sorpresa. Ora Joker non solo non riesce a uscire dalle dimensioni di questo mondo, come gli è successo in tutti i film del passato, ma addirittura resta intrappolato nel suo stesso corpo: il tumulto emotivo gli tende i muscoli e gli sposta le vertebre, ma non lo trasforma mai del tutto. Non è più super. È minor. Joker vorrebbe parlare, vorrebbe comunicare, ma le parole in lui sono rare e dolorose, seppellite da una risata patologica. L’ultimo Joker è talmente nel mondo che finisce per rappresentarlo. Il suo è davvero lo stesso mondo malato di Greta Thunberg. Troppo diseguale, troppo abbondante per pochi e troppo povero per molti. E il troppo, si sa, stroppia. Ogni eccesso è negativo. L’eccesso guasta la quantità, la deforma, la corrompe. Proprio come succede al corpo straordinariamente recitante di Joaquin Phoenix. Ma c’è un problema. Anche questo film di Todd Phillips dice troppo, tanto da apparire a molti come un trattato di sociologia o un pamphlet politico. E il troppo trattiene la fantasia. Così anche noi, paradossalmente, rimaniamo intrappolati in una tesi che non lascia spazio all’immaginazione ma solo alla disperazione. E se il destino è segnato, se è nelle cose – come del resto già si vede nel film – che Joker diventi una moltitudine, a che serve combattere? Se la storia è lineare, perché darsi da fare? È il limite di tutte le visioni apocalittiche. Se poi arriverà Batman a tirarci fuori dai pasticci non possiamo saperlo. Qui non si è visto. Meglio: noi spettatori che sappiamo tutto lo abbiamo intravisto. Ma era lui? Chissà.