Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Le mie dimissioni? Legislatura finita»
Governatore all’attacco: «I leghisti non ne azzeccano una e Ruggeri rimane»
«Non ne indovina una». BARI Michele Emiliano non si scompone e anzi ironizza dopo l’annuncio della Lega di voler allestire gazebo in piazza per chiedere le sue dimissioni. «Sarebbe troppo facile – dice il presidente della Regione parlando con Radionorda – e peraltro adesso è finito il mandato. La Lega fa il suo lavoro, ma non ne azzecca una». Chiedere le dimissioni a pochi mesi dal voto, sembra dire Emiliano, non è una grande trovata. Battute a parte, il governatore resta sulla graticola dopo l’inchiesta della procura di Foggia su Angelo e Napoleone Cera, nella quale è coindagato assieme all’assessore al welfare Salvatore
Ruggeri. Quest’ultimo ha detto che non intende dimettersi prima di aver letto con scrupolo le carte processuali (si tratta di una nomina, non fatta, in una Asp, azienda per i servizi alle persone). «Fa benissimo», afferma Emiliano, perché sul caso c’è stata «la pronuncia di un giudice che dice che “il fatto non sussiste”. Non c’è la benché minima prova dell’ipotesi accusatoria che fa la Procura. Che su questa imputazione ha chiesto addirittura l’arresto di due persone, i Cera, e il giudice l’ha rigettata». «La Procura – continua Emiliano – ha fatto tecnicamente un buco nell’acqua. Qualcuno chiede le dimissioni delle persone che il giudice ha detto che sono innocenti? Mi sembra un’assurdità». Il governatore, inoltre, ha inviato una lettera a Repubblica che nei giorni scorsi ha sollecitato l’allontanamento di Ruggeri dalla giunta. «Il provvedimento di revoca della delega assessorile – scrive Emiliano – deve essere sempre motivato, come ogni altro atto. In altri casi ho accettato le dimissioni di assessori coinvolti in accertamenti giudiziari per il tempo necessario a far pronunziare il giudice terzo sulla loro posizione. Quando poi vi è stata archiviazione ho nominato nuovamente le persona riconosciuta innocente». Intanto ieri in Commissione è stata approvata, con i voti del centrosinistra, la legge che riforma le Asp: astenuto il centrodestra, contrari i 5 Stelle. Il M5S avrebbe voluto un intervento dei Comuni nel processo di nomina, anziché lasciare le designazioni nelle mani della giunta. Ultima annotazione: i pd Fabiano Amati ed Elena Gentile sono più vicini alla candidatura alle primarie. Hanno superato il primo step: il deposito delle firme necessarie (tra i dirigenti) per superare il vaglio del Pd. Ora devono raccogliere 5.000 firme tra gli elettori per sfidare Emiliano alle primarie del 12 gennaio.