Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Soldi a ragazzini in cambio di sesso indagato un pensionato salentino
Soldi e regalini in cambio dell’invio di foto osé e di prestazioni sessuali. Un pensionato del basso Salento è indagato dalla procura di Lecce con l’accusa di atti sessuali con minorenni, per avere comprato – con regalie anche di denaro - il consenso di una quindicina di ragazzini, con i quali avrebbe intrattenuto incontri intimi in un casolare abbandonato alla periferia di Taviano.
L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Stefania Mininni, è in corso e su di essa vige uno stretto riserbo. Le presunte vittime – sia maschi che femmine – risiedono tutte nei comuni della zona. E talvolta, come emerso nel corso delle prime battute delle indagini, avrebbero soddisfatto le perverse voglie dell’uomo in cambio di soldi, biciclette e cellulari.
Le indagini sono state avviate la scorsa primavera dopo un esposto presentato dai genitori di uno dei ragazzini nel quale segnalavano l’insolita frequentazione del figlio col pensionato. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Casarano sono proseguite nei mesi con l’identificazione di tutti i minorenni e con le perquisizioni dell’abitazione, dell’auto e di ogni locale che fosse nella disponibilità dell’indagato.
Ad agosto scorso, inoltre, sono stati sequestrati il suo cellulare, una scheda telefonica, un computer portatile e quattro schede di memoria microSD. Sotto sequestro sono finiti anche i cellulari di 15 ragazzini (le presunte vittime) per le opportune perizie informatiche. L’ispezione dei militari ha interessato pure il casolare alla periferia della «Città dei Fiori», in cui l’uomo avrebbe intrattenuto gli incontri sessuali con i minorenni della zona.
Il pensionato, difeso dall’avvocato Biagio Palamà, però, risulterebbe indagato anche per istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia, poiché con lo stesso modus operandi avrebbe ottenuto dai ragazzini l’invio di foto pedopornografiche autoprodotte. Le quindici presunte vittime sono state già sentite dagli investigatori, ma utili alle indagini potranno rivelarsi gli accertamenti informatici che sono stati disposti sui cellulari sequestrati. L’indagato non ha precedenti specifici. Sette anni fa, però, finì nei guai perché si assunse la paternità di una piantagione di marijuana (una miniserra con 23 piantine), che uno dei figli aveva realizzato all’interno dell’abitazione in cui convivevano alla data dei fatti.
Mentre nel Leccese l’inchiesta su un possibile pedofilo è in corso, a San Vito dei Normanni, nel Brindisino, per reati analoghi sono scattate le manette ai polsi di un sessantasettenne del posto, insegnante di educazione fisica. L’uomo è stato condotto in carcere per scontare la pena di 6 anni ed 8 mesi di reclusione, per i reati di violenza sessuale aggravata su minori e abuso dei mezzi di correzione, commessi in una scuola media del comune brindisino, tra il mese di dicembre 2010 ed il marzo successivo.
Esposto Le indagini sono state avviate a primavera dopo un esposto presentato da un genitore