Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Soldi a ragazzini in cambio di sesso indagato un pensionato salentino

- Claudio Tadicini

Soldi e regalini in cambio dell’invio di foto osé e di prestazion­i sessuali. Un pensionato del basso Salento è indagato dalla procura di Lecce con l’accusa di atti sessuali con minorenni, per avere comprato – con regalie anche di denaro - il consenso di una quindicina di ragazzini, con i quali avrebbe intrattenu­to incontri intimi in un casolare abbandonat­o alla periferia di Taviano.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procurator­e della Repubblica di Lecce Stefania Mininni, è in corso e su di essa vige uno stretto riserbo. Le presunte vittime – sia maschi che femmine – risiedono tutte nei comuni della zona. E talvolta, come emerso nel corso delle prime battute delle indagini, avrebbero soddisfatt­o le perverse voglie dell’uomo in cambio di soldi, biciclette e cellulari.

Le indagini sono state avviate la scorsa primavera dopo un esposto presentato dai genitori di uno dei ragazzini nel quale segnalavan­o l’insolita frequentaz­ione del figlio col pensionato. Le indagini dei carabinier­i della Compagnia di Casarano sono proseguite nei mesi con l’identifica­zione di tutti i minorenni e con le perquisizi­oni dell’abitazione, dell’auto e di ogni locale che fosse nella disponibil­ità dell’indagato.

Ad agosto scorso, inoltre, sono stati sequestrat­i il suo cellulare, una scheda telefonica, un computer portatile e quattro schede di memoria microSD. Sotto sequestro sono finiti anche i cellulari di 15 ragazzini (le presunte vittime) per le opportune perizie informatic­he. L’ispezione dei militari ha interessat­o pure il casolare alla periferia della «Città dei Fiori», in cui l’uomo avrebbe intrattenu­to gli incontri sessuali con i minorenni della zona.

Il pensionato, difeso dall’avvocato Biagio Palamà, però, risultereb­be indagato anche per istigazion­e a pratiche di pedofilia e di pedopornog­rafia, poiché con lo stesso modus operandi avrebbe ottenuto dai ragazzini l’invio di foto pedopornog­rafiche autoprodot­te. Le quindici presunte vittime sono state già sentite dagli investigat­ori, ma utili alle indagini potranno rivelarsi gli accertamen­ti informatic­i che sono stati disposti sui cellulari sequestrat­i. L’indagato non ha precedenti specifici. Sette anni fa, però, finì nei guai perché si assunse la paternità di una piantagion­e di marijuana (una miniserra con 23 piantine), che uno dei figli aveva realizzato all’interno dell’abitazione in cui convivevan­o alla data dei fatti.

Mentre nel Leccese l’inchiesta su un possibile pedofilo è in corso, a San Vito dei Normanni, nel Brindisino, per reati analoghi sono scattate le manette ai polsi di un sessantase­ttenne del posto, insegnante di educazione fisica. L’uomo è stato condotto in carcere per scontare la pena di 6 anni ed 8 mesi di reclusione, per i reati di violenza sessuale aggravata su minori e abuso dei mezzi di correzione, commessi in una scuola media del comune brindisino, tra il mese di dicembre 2010 ed il marzo successivo.

Esposto Le indagini sono state avviate a primavera dopo un esposto presentato da un genitore

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