Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
IL CORSO DI LAUREA PER CINQUE EROI
Corso di Medicina per cinque studenti a Taranto, cinque “eroi”. La data non è ancora stata deliberata dal rettore dell’Università agli Studi di Bari, Stefano Bronzini, ma è l’epilogo di un pastrocchio, figlio di improvvisazione e di idee poco chiare. Il rettore aveva fatto partire un’operazione-Babilonia, ma poi aveva fatto dietrofront. Perché, ad eccezione dei cinque studenti “eroi”, gli altri 44, tutti baresi e della Bat, si erano sentiti deportati: mancanza di servizi, alloggi carenti, idem per mense, segreteria, trasporti.
Taranto e chi ci pensa? Resistenza, tremenda resistenza, al di là dei proclami di chi vede in questo corso di Medicina l’inizio di un percorso di sviluppo e di ricchezza. Un dietrofront maldestro e assurdo. Una vergogna, secondo la giunta di centrosinistra tarantina, il Movimento Cinque Stelle e la Camera di Commercio. Sogni infranti? Macché: nell’Italia, dove ormai accade di tutto e di più, anche con cinque studenti soltanto, la sede didattica funzionerà perché è stata riattivata su decisione del ministro Fioramonti. Al ministero dell’Istruzione, infatti, tutti i dubbi sono stati chiariti: le procedure adottate da Roma e dall’Università di Bari sono state ritenute regolari e il Miur ha dato il via libera alla ripresa delle lezioni del percorso formativo dislocato a Taranto. La motivazione? Non è un secondo corso di laurea in Medicina, è soltanto una sede didattica collegata al corso già funzionante a Bari.
Felicità del sindaco tarantino, Rinaldo Melucci che ha partecipato al vertice romano, al Miur. Così, si dice, il canale formativo in Medicina a Taranto resterà una risorsa, un polo di eccellenza della sanità e della ricerca. Pace e bene. Cosa farà ora il rettore dell’Università barese, Bronzini? Quali i tempi dell’apertura della sede? Come reagiranno i “deportati”? Si parla di un tavolo di confronto, con la benedizione dell’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro: «Medicina e Chirurgia a Taranto viene a costruire nuove opportunità per i nostri ragazzi e per il territorio».
Mah… Sembra una toppa messa ad un abito cucito male da un sarto che non ha preso bene le misure. La riprova che ogni progetto va pensato bene, con buon senso e con pragmatismo: il Sud che vuole crescere non può sempre scivolare sulla buccia di banana. Quei cinque studenti al corso di Medicina e Chirurgia rischiano di essere il logo dell’inefficienza. Se davvero resteranno solo in cinque, avremo perso un’altra occasione. Meritevole di un voto pessimo in pagella.