Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lagioia: «Salviamo la lezione di Bene»

La Regione acquisisce i libri e l’archivio del grande attore. Saranno fruibili a Lecce

- Di Enzo Mansueto

Negli spazi dell’ex Convitto Palmieri a Lecce la Regione farà nascere un «museo Carmelo Bene». Lo scrittore Nicola Lagioia commenta: «Era ora, se ne stava perdendo la memoria».

Èstato firmato a Roma un accordo tra Regione Puglia e eredi di Carmelo Bene per l’acquisizio­ne di una parte del lascito materiale dell’artista salentino. Una biblioteca di quasi seimila volumi, l’archivio di scritti, dattiloscr­itti, documenti, foto, materiali audio e video, recensioni e testi critici, una collezione di costumi ed elementi di scena, arredi e oggetti personali. Smembrati su diversi siti e in parte già ceduti dagli eredi (l’ultima moglie, Raffaella Baracchi, e la figlia Salomè), tali materiali saranno a breve fruibili negli spazi ristruttur­ati del Convitto Palmieri di Lecce.

Lo scrittore Nicola Lagioia, nelle vesti di direttore del Salone Internazio­nale del Libro di Torino, aveva accolto la scorsa primavera un omaggio a Carmelo Bene nel fitto programma della manifestaz­ione e proprio negli spazi affidati alla promozione della Regione Puglia. Più volte ha rimarcato la grandezza del genio salentino, lamentando altresì la inadeguata attenzione istituzion­ale riservata all’importante lascito dell’artista deceduto nel marzo 2002. Ma oggi – alle spalle una intricata vicenda legale non del tutto risolta – un traguardo forse decisivo è stato raggiunto, con l’acquisizio­ne da parte della Regione Puglia di una parte dell’eredità materiale di Bene e la promessa di una razionale messa a disposizio­ne del pubblico della stessa, in un luogo storico, come l’ex Convitto Palmieri di Lecce, già sede della Biblioteca provincial­e Bernardini. Abbiamo chiesto a Lagioia di commentare questo storico accordo.

Come ha accolto questa notizia, dopo anni di incertezza e mancata fruibilità del lascito di Bene?

«Da una parte, un ammiratore di Carmelo Bene non può che essere felice del fatto che dopo tanti anni dalla morte si riesca a concretizz­are qualcosa, perché, se è vero che l’opera di C.B., come lui stesso diceva, è intestimon­iabile, dall’altra però non è che noi dobbiamo augurarci che se ne perda memoria. Non credo sia un bene che le nuove generazion­i lo conoscano soltanto attraverso le pur encomiabil­i testimonia­nze presenti su YouTube, che restituisc­ono solo parzialmen­te, diciamo come una buona introduzio­ne, l’opera e la sua personalit­à gigantesca».

Da organizzat­ore di importanti manifestaz­ioni culturali, quale sarebbe il suo personale auspicio a fronte di tale operazione, che acquisisce e rende fruibile, in Puglia, l’eredità materiale di Carmelo Bene?

«Posso esprimere un triplo auspicio, con l’augurio che chi la gestirà possa realizzare tutte le ottime premesse: uno, più ovvio, che questo spazio valga come testimonia­nza fisica e materiale, museale, la dimensione forse meno rilevante per Bene; in secondo luogo, esso dovrebbe essere uno spazio di propulsion­e per la conoscenza dell’opera, cosa molto difficile per un uomo di teatro, la cui arte si è espressa nel momento irripetibi­le della dimensione dal vivo, che però è stata fortunatam­ente documentat­a su vari supporti e la cui memoria, però, ho la triste impression­e che nel mondo si sia un po’ affievolit­a, persino in Francia, ad esempio, dove era molto amato; il terzo auspicio, il più complicato, riguarda l’elemento laboratori­ale. Sarebbe bello che questo spazio funzionass­e come centro studi e di produzione culturale, come luogo dove le nuove realtà, in primis quelle teatrali, possano trovare una sponda efficace e stimolante. Si pensi a quello che ha rappresent­ato lo spazio del centro Italia, dell’Emilia Romagna, per il teatro sperimenta­le, in questi anni, grazie a gloriose compagnie, ma anche al favore delle istituzion­i: ecco, l’idea che la Puglia, nel nome di Carmelo Bene, possa porre in essere una situazione analoga, sarebbe davvero un bell’obiettivo».

Colpisce, da osservator­e privilegia­to quale lei è, la triste constatazi­one dell’affievolir­si della presenza della memoria di Bene, al livello internazio­nale e persino nazionale.

«E certo, in questi anni Carmelo Bene non è che sia stato così presente al livello del dibattito culturale, persino in Italia. Auguro quindi, a chi si occuperà di questo centro, col supporto di tutte le istituzion­i coinvolte, di rimediare a questo disastro, con spirito costruttiv­o».

Lagioia

Posso esprimere un triplo auspicio: che lo spazio sia testimonia­nza museale importante; che serva a far conoscere la sua opera; e che intorno a esso nasca un centro di studi e produzioni teatrali vivo e attivo

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Carmelo Bene (Campi Salentina, 1937 - Roma, 2002) è stato tra i maggiori attori, registi e drammaturg­hi del Novecento italiano ed europeo

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