Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La nautica occasione da non perdere (più)
Le case automobilistiche investono negli eventi velici E con la Ocean Race Taranto si sarebbe rilanciata
La «The Ocean Race», cioè la prestigiosa regata velica che gira attorno al mondo, non farà tappa a Taranto. La notizia si riferisce alla prossima edizione, quella del 2021-2022, ma anche alle successive, ed è già stata comunicata qualche tempo fa, lasciando l’amaro in bocca agli appassionati ionici, che si sono visti sfuggire, sotto il naso, la possibilità di sentirsi parte integrante di un prestigioso progetto legato al mondo della nautica mondiale. Nato dalla storica «Whitbread Round the World Race» e dall’impegno del marchio automobilistico svedese, Volvo. Ma a Taranto, qualcosa di simile, era già accaduto con la giunta comunale guidata dalla sindaca, Rossana Di Bello. Siamo negli anni che vanno dal 2000 al 2006. Perché la sindaca, prese carta e penna, scrivendo direttamente all’imprenditore svizzero, Ernesto Bertarelli, patron del team Alinghi. Con l’obiettivo di inserire la città dei due mari, nel calendario di tappe di avvicinamento all’America’s Cup, cioè l’evento clou dell’intero panorama velico mondiale.
Anche in quell’occasione, si registrò un nulla di fatto. Ma in questi spazi non vogliamo ricostruire quella che sembra essere una vera e propria «iattura tarantina» legata all’organizzazione di eventi nautici di questa portata. Vogliamo, invece, offrire ai lettori delle chiavi di lettura inedite, che meritano di ritornare sulla questione, ammesso e non concesso che ci sia la volontà di creare un percorso socio-economico, e quindi culturale, diverso ed innovativo. Finalizzato al cambiamento e capace di tracciare delle linee guida insolite, che siano potenzialmente utili alla promozione nautico-motoristica regionale.
Perché le principali case automobilistiche, che sostengono eventi nautici e velici in tutto il mondo, dal match race alle regate di flotta, investono parecchi soldi per organizzarli. E la Puglia ha dimostrato di avere una marcia in più legata al turismo: il settore registra un costante trend di crescita, soprattutto negli ultimi anni.
Ecco perché l’eventuale passaggio della «Ocean Race» da Taranto, al di là dei costi, dei benefici e di coloro che hanno espresso pareri favorevoli oppure contrari, sarebbe stata un’occasione «ghiotta» per l’intera Regione. In cui il mondo dei motori e quello del mare, avrebbero potuto e dovuto convivere, integrarsi e valorizzarsi vicendevolmente.
Magari, con l’organizzazione di eventi dedicati, capaci di comunicare i temi più attuali che ruotano attorno a entrambi i settori. Certo, si tratta di «strade» alternative, soprattutto, rispetto a modelli economici e comportamentali tradizionali. Ma, da qualche parte, bisognerà pur cominciare.
Perché se è vero che in Puglia non esiste una cultura «biunivoca», capace di unire, e non dividere, il mondo dei motori e quello della nautica, è altrettanto vero che ci sono ampi spazi di manovra per lavorarci attorno.
D’altra parte, il fatto che una casa automobilistica prestigiosa come la Porsche, abbia deciso di investire nel tacco d’Italia, acquistando la pista di Nardò, al di là delle peculiarità tecniche del tracciato, qualcosa vorrà pur dire.
E se il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, ha confermato che c’è un progetto per rilanciare l’Autodromo del Levante di Binetto, probabilmente, lo ha fatto perché intravede un valore strategico reale che ruota attorno alla pista barese.
Che, tra l’altro, a margine di interventi ad hoc, avrebbe tutte le carte in regola per diventare una location di riferimento, una sorta di hub meridionale, capace di recepire le necessità delle principali case automobilistiche.