Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
IL SINDACO DI TUTTI E LA CITTÀ VETRINA
La rielezione di Antonio Decaro, sindaco di Bari, a presidente nazionale Anci, sindaco dei sindaci, è una buona notizia per la città e per gli oltre 8 mila Comuni italiani. Perché si può essere sicuri che il rieletto presidente ci metterà la sua energia e la passione che tutti gli riconoscono. In un Paese in cui i temporali si trasformano in piaghe bibliche, le nevicate in disastri epocali, le giornate afose di agosto in flagelli divini, i Comuni hanno un disperato bisogno di idee sul come andare avanti ad amministrare bene l’ordinario, unica garanzia che lo straordinario, quando accade, possa essere affrontato in maniera efficace. Un sindaco con un consenso così vasto, da rielezione bulgara nella sua città, si ritrova però all’86esimo posto della classifica di vivibilità delle province italiane, cioè nel nostro caso la Città Metropolitana. Cosa non funziona? In sintesi potremmo dire che, finora, ha prevalso la logica della vetrinetta della zia in cui sono esposti gli argenti di famiglia. Grande attenzione all’immagine della città, centro storico tirato a lucido e trasformato in consumificio per crocieristi di passaggio e masse da movida notturna. Il miglio dei teatri, i set dei film, le marcelonghe e le auto storiche: tutto sempre in centro. Le periferie, quelle presenti in tutti i programmi e in pensosi convegni, come stanno? A giudicare da ciò che vediamo e dagli indicatori, come prima. Forse, peggio. Quindici anni fa per dire, le mandrie di “topini” sui motorini non sfilavano per le via di Japigia sparando in aria ad ostentare il loro controllo sul territorio. Il quartiere Libertà era vivo, i commerci fiorivano, oggi vetrine chiuse, baby gang, degrado. Vetrine chiuse anche a Carrassi o San Pasquale, per dire. E nella città del commercio è un lutto, vero. E poi ogni notte fuochi d’artificio. Un tempo si festeggiava l’uscita di prigione di un malavitoso, oggi visto che nessuno frena si festeggiano compleanni, comunioni, battesimi. A mezzanotte, in barba ad ogni controllo. Queste cose sfuggono alle guide turistiche che ci collocano ai primi posti mondiali della classifica di appetibilità turistica, qualcosa non quadra. Forse è il caso di investire meno soldi in promozione e più in ristoro sociale, interventi di prevenzione. La presidenza Anci dovrebbe essere per così dire osmotica, trasmettere al suo presidente certi livelli di vita sociale che non sono solo dei borghi medievali, ma di città intere in cui le periferie sono pulite, gli ospedali funzionano, il degrado combattuto e la felicità dei cittadini quasi possibile. Al Nord, molto spesso. Ma a volte anche al Sud. Si può fare.