Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il mistero delle fatture in pagamento I sindacati contro l’azienda
Continuerà almeno fino a domani la protesta degli autotrasportatori che presidiano la portineria C dello stabilimento siderurgico di Taranto. Attendono, insieme con le imprese dell’appalto, il pagamento dei lavori già effettuati e non ancora pagati per un totale di una dozzina di milioni mentre le fatture che stanno per scadere ammontano a cinquanta milioni. ArcelorMittal, intanto, proprio ieri pomeriggio ha comunicato ai sindacati, convocati d’urgenza, e poi anche a Confindustria che le ditte appaltatrici riceveranno quanto gli spetta. Ma non subito, attenzione. Entro un paio di settimane, dopo aver esaurito una sorta di due diligence su ogni singola fattura. Anzi, il direttore del personale Arturo Ferruccio ha detto che qualche bonifico è stato già fatto. Alle aziende, però, non risulta. E poiché queste buone intenzioni non sono state messe per iscritto né c’è una comunicazione ufficiale da parte di ArcelorMittal, ieri sera lo scetticismo continuava a serpeggiare.
Durante la riunione, inoltre, la multinazionale ha informato i sindacati che il presidio davanti alla portineria C sta provocando rizione flessi anche sulle cokerie anche se il presidio, secondo le dichiarazioni dei trasportatori, non ha mai impedito l’ingresso delle materie prime e delle imprese con contratti Aia. Fim, Fiom e Uilm, intanto, non hanno intenzione di partecipare all’incontro convocato da ArcelorMittal per dopodomani per l’esame congiunto della procedura formale per la restitudei siti e dei dipendenti all’ex Ilva. I sindacati confermano di non riconoscere all’azienda il diritto di recesso, quindi rifiutano la procedura, e chiedono un incontro sulle prospettive per proseguire con la gestione di ArcelorMittal alla presenza del governo. Ritengono «superfluo partecipare all’incontro» e comunicano «di non aver inoltrato nessuna richiesta di esame.
L’esame congiunto della procedura di restituzione di impianti e dipendenti (ex articolo 47) viene respinto anche da Ilva in amministrazione straordinaria. In una nota inviata ad ArcelorMittal, ai sindacati e al ministero, il direttore Risorse Umane, Claudio Picucci, conferma la diffida «a porre in essere ogni azione necessaria a garantire tutti gli impegni contrattuali e la piena funzionalità dell’organizzazione produttiva, anche al fine di preservarne il valore anche economico». Inoltre riafferma, sempre il commissario, «le ragioni dell’improcedibilità della procedura avviata» e l’infondatezza sul piano giuridico del «preteso recesso».