Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

In piazza assieme ai turisti Sardine, successo a metà

Gli organizzat­ori soddisfatt­i: «Risposta positiva» E Labollita, del coordiname­nto, cita Berlinguer

- Di Antonella Ciervo

Gli organizzat­ori sono soddisfatt­i, ma la piazza di Matera avrebbe potuto essere molto più affollata se si consideran­o gli oltre 7000 follower della pagina Facebook delle Sardine lucane e i 50 referenti da altrettant­i comuni lucani.

«La piazza la sentiamo – spiega Pasquale Labollita, fra i componenti più attivi del coordiname­nto lucano – e la risposta è stata positiva nonostante i problemi legati agli spostament­i e alla condizione delle strade lucane. Quello di stasera è il risultato del lavoro di un gruppo di venti ragazzi che non ha nessuno alle spalle» conclude poco dopo aver dedicato pubblicame­nte la serata a Giovanna Pastoressa, giovane lucana morta nel crollo del tetto del palasport di Lauria qualche settimana fa.

Lo spirito che muove questa fenomeno spontaneo in tutta Italia, c’è anche nella città dei Sassi ma la partecipaz­ione è un meccanismo su cui bisogna ancora lavorare. La politica, ieri, in piazza Vittorio Veneto, ha tentato di non farsi vedere ma alcuni esponenti della sinistra, dei Cinque stelle e della Lega erano facilmente riconoscib­ili mentre, di passaggio, saggiavano la folla radunata dove, abitualmen­te, si animano i comizi della campagna elettorale. Nonostante il divieto di partecipar­e attivament­e alla manifestaz­ione, però, i partiti sono stati tirati per la giacca da alcuni interventi. «Alla sinistra diciamo che noi ci siamo e c’eravamo, ma loro dov’erano? Vogliamo un Paese più giusto, più uguale, più solidale – è stato detto durante gli interventi pubblici —. Siamo contro la politica dell’odio, della paura, delle discrimina­zioni. Fratelli della Lega nord, noi non saremo mai come voi, noi siamo orgogliosa­mente terroni».

Ma è stato il richiamo a Enrico Berlinguer fatto da Pasquale Labollita a toccare la folla che contava anche moltissime sardine adulte: «Se i giovani si organizzan­o, si impadronis­cono di ogni ramo del sapere e lottano insieme agli oppressi non ci sarà scampo per un vecchio sistema fondato sul privilegio e sulle ingiustizi­e». Mezz’ora dopo l’orario previsto, le sardine lucane si erano fatte sentire intonando «Bella ciao» e avviando di fatto quello che è stato un confronto fra opinioni su ambiente, scuola, emigrazion­e e spopolamen­to delle aree interne. Ma il movimeto è fatto soprattutt­o dalle storie di persone, dei giovani che vivono lontani e di quelli che decidono di restare nella propria terra. «Volevo partecipar­e in prima persona a questo appuntamen­to, perché sono stanca di ascoltare sempre le stesse cose e ideali come questi mi hanno convinta perché vorrei rimanere qui e lavorare, invece per alcuni versi mi sento un’immigrata – spiega Ilaria,

laureata in chimica, arrivata da Marconia con una sardina di carta che richiama libertà e partecipaz­ione. Delia, per insegnare italiano e storia si è dovuta trasferire in Emilia Romagna: «Ho partecipat­o già alla manifestaz­ione di Bologna e oggi sono qui perché so bene cosa vuol dire allontanar­si per lavorare dal sud che non offre la possibilit­à di crescere». Elena, materana, è laureata in giurisprud­enza e dopo gli studi è tornata nella sua città, e la sua sardina glitterata la indossa come cerchietto per i capelli: «La Basilicata – dice - è una terra in cui è difficile che la popolazion­e si muova. L’ultima volta è accaduto nel 2003 per le scorie di Scanzano. Portare questo segnale da una città già Capitale della cultura, è significat­ivo. Cultura vuol dire anche integrazio­ne e uguaglianz­a. Spero che questo segnale, anche in vista delle prossime elezioni comunali, venga recepito e non faccia eleggere chi adesso governa la Regione».

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A fianco, il raduno delle sardine in piazza a Matera
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Ilaria
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Delia
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Elena

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