Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’IMPERO CADUTO CON POCO ONORE
Un crepuscolo senza gloria né onore. E senza gli dei. Raccontano le storie della caduta del fascismo, di gerarchi che scappavano dalla giustizia partigiana e venivano arrestati con sacchi carichi di refurtiva. Il piccolo regno bancario del Sud crolla allo stesso modo, come negli eserciti repubblichini o borbonici: generali felloni, reali che mettono al sicuro i loro tesori, soldati allo sbando. L’eterna Italia che al Sud piange e fotte. Dirigenti che si credono furbi come venditori di tappeti e vanno in assemblea a farsi registrare per dire che «voi» avete sbagliato tutto. A due giorni dallo scoppio pubblico dello scandalo solo un idiota può pensare di non essere intercettato o registrato dai suoi stessi dipendenti. Nessuno dei diretti interessati, in realtà, lo è. E non lo è nemmeno il padrone della banca, che a quanto pare si è assicurato una pensione da oltre cinque milioni. Sa di amaro questa fine di impero. Ma emana anche un tanfo di alghe marce, di mitili andati a male, di ipocrisie e lacrime posticce, di fughe vigliacche e di «io non sapevo, io non li conoscevo».
La Banca Popolare di Bari è stata presenza totalizzante nell’economia regionale e cittadina. Anche se presidenti di Regione, assessori, sindaci, industriali (ne ha visti tanti la banca…) si sentono assolti, sono per sempre coinvolti. Andrebbe indagata a fondo la psicologia di chi affida denaro a personaggi simili. La vox populi non è mai elevabile a legge, tanto meno a criterio di giudizio o anche solo di indagine. Ma qualcosa la dice. Mettiamola così: i funzionari di quella banca pretendevano in cambio di un mutuo casa, di un fido consistente, di un prestito robusto l’acquisto di azioni della stessa banca, di obbligazioni varie, di titoli sicuramente sconosciuti al sottoscrittore. Che puntualmente veniva poco o niente informato.
Ma gli interessi erano appetibili, perché no? Ecco. C’è chi dice no. In tanti possono testimoniarlo. Hanno detto «no, grazie». C’è chi rifiutava gli allettanti guadagni in cambio di rischi. Oggi ci sono solo macerie. I media dovrebbero avviare una seria riflessione sui rapporti con gli inserzionisti pubblicitari, per esempio. E sul triangolo che si crea fra denaro, istituzioni e media. Che non è quasi mai virtuoso. Sa di muffa questo finale di anno, i magi per ora hanno portato la xylella anche sul rosmarino, il siderurgico affoga lentamente, le città di cartone degli schiavi si sfarinano sotto le piogge. Buon 2020 agli uomini di buona volontà.