Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Popolare di Bari, via al salvataggio Sul piatto subito 310 milioni
In attesa del piano industriale dei due commissari il Fondo interbancario dà il via libera agli aiuti
Come avvenuto per Banca Carige il sistema bancario, attraverso il Fondo Interbancario di tutela dei depositi, lancia una ciambella di salvataggio alla Popolare di Bari. Dal Fitd arrivano subito 310 milioni di euro. L’intervento rientra nel quadro di un più ampio progetto di rafforzamento patrimoniale di 1,4 miliardi di euro da realizzare nei prossimi mesi.
Il 18 dicembre scorso il comitato di gestione del Fondo Interbancario di tutela dei depositi aveva dato parere favorevole alla richiesta di intervento presentata dai commissari straordinari Enrico Ajello e Antonio Blandini. Il piano di salvataggio di Banca Popolare di Bari può entrare ora nel vivo perché ieri sera il Consiglio del Fondo ha approvato all’unanimità l’intervento di aiuti. Per Pop Bari subito arriveranno 310 milioni di euro, ma - come è scritto in una nota diffusa dal Consiglio - l’intervento prevede «un ampio progetto di rafforzamento patrimoniale di 1,4 miliardi euro, da realizzare nei prossimi mesi». Non solo: il Fondo Interbancario assume «l’impegno a concorrere alla complessiva operazione di rafforzamento patrimoniale per l’importo massimo di 700 milioni».
Una boccata di ossigeno per azionisti, obbligazionisti, risparmiatori e dipendenti che sono con il fiato sospeso, in attesa degli sviluppi giudiziari baresi. «Le modalità e le procedure da seguire per il compimento dei passi successivi — aggiungono ancora i componenti del Fondo — sono disciplinate in un accordo quadro che verrà prontamente sottoscritto dalla parti per arrivare alla configurazione dell’assetto complessivo dell’operazione di rafforzamento secondo un percorso predefinito». Questo, scrivono ancora dal Fondo. «comporterà la predisposizione di un piano industriale, sulla base di una approfondita valutazione degli attivi e dei passivi della banca, e la definizione del fabbisogno patrimoniale della banca». Inoltre, il Fondo ha sottolineato che «come espressione del settore bancario nel suo insieme, ha ancora una volta offerto il proprio contributo, con mezzi propri, alla stabilità del sistema e alla tutela dei depositanti, ponendo le premesse per un’azione di salvataggio e di rilancio» della banca. Infine il Fitd ha assicurato «ai commissari straordinari il proprio sostegno nell’azione strategica e gestionale da intraprendere».
Cosa succederà ora? I commissari straordinari Enrico Ajello e Antonio Blandini ora metteranno a punto il piano industriale per il salvataggio di Pop Bari. Un piano che dovrà salvaguardare migliaia di azionisti e obbligazionisti ma anche i circa 3 mila dipendenti dislocati in 380 filiali che si trovano in 13 regioni italiane. Come si sa le organizzazioni sindacali hanno chiesto a gran voce che Banca Popolare di Bari diventi a tutti gli effetti una banca commerciale per salvare i posti di lavoro. Il decreto di salvataggio della Pop Bari dovrebbe essere convertito in legge entro il 14 febbraio ma a Bari non mancano le polemiche dopo le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte che non ha escluso una soluzione di mercato per la banca. L’europarlamentare Raffaele Fitto, indicato da FdI come candidato presidente del centrodestra alle Regionali 2020, attacca: «Il premier ha scoperto le carte e quello che temevamo si profila come la strategia che il governo ipotizza per Pop Bari: una possibile soluzione di mercato. Vale a dire la concreta possibilità che uno dei più grandi patrimoni bancari del Sud venga svenduto. Tutto questo non può passare in silenzio».
Raffaele Fitto
C’è la concreta possibilità che uno dei più grandi patrimoni bancari del Sud venga svenduto