Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sì della giunta alla newco con i privati
Nuova società per la ricerca perdite. E spunta anche l’opzione Albania
Ci sono voluti quasi cinque anni. Ma alla fine un piano industriale di Acquedotto Pugliese (alquanto schematico, con pochi numeri e riferito al periodo 2019-2021) è stato approvato. La giunta regionale, targata Michele Emiliano, vara la versione «soft» - o meglio «Piano con pieno sviluppo» - di una programmazione che tuttavia è destinata a riservare spunti di confronto tra le forze politiche e gli operatori di settore. Tre le direttrici principali: ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, costituzione di una newco per la ricerca perdite e trasformazione di Aseco, la società controllata che si occupa di fanghi e compostaggio, in veicolo della Regione per il trattamento dei rifiuti. A fine 2019, esattamente il 30 dicembre, è arrivato il via libera alla proposta di piano industriale che era stata varata dal cda di Aqp l’anno precedente. E così tramontata la favola di Aqp trasformato unilateralmente in Acquedotto del Mezzogiorno (si è in attesa di costituire una società tra regioni per i bacini e le reti d’adduzione) o in operatore di multiutility (con gas e fotovoltaico) i prossimi anni dovrebbero essere contraddistinti dal core business: distribuzione dell’acqua e depurazione. Ma si dovrà correre visto che gli impegni di spesa previsti dall’accordo con l’Aip (autorità idrica pugliese) sono corposi: 717 milioni dal 20182021 (valore delle opere che sale a 1,3 miliardi se si estende la scadenza al 2024). Tanto che tali parametri, di difficile raggiungimento, spingono Aqp a chiedere l’aiuto dei privati. La “delega” della Regione riguarda l’affidamento all’esterno degli appalti da 446 milioni per il recupero delle perdite. «Con la scelta newco - è scritto nel piano - i lavori potrebbero concludersi in cinque anni, invece con l’opzione interna ne occorrerebbero dodici».
È bene ricordare che tra novembre e dicembre scorsi scoppiò la polemica proprio sull’annuncio della newco. Ad attaccare fu Fabiano Amati, presidente della commissione Bilancio, supportato porntamente dalle opposizioni.
Perché l’intento dei contrari è di difendere la natura pubblica di Aqp in ogni articolazione. Ma la giunta Emiliano ora ha approvato il documento e definisce la newco «un’azione di discontinuità». Quali saranno i compiti? «Progettazione e realizzazione degli interventi (inclusa la fase di individuazione dei fornitori); tecnologie innovative e nuovi modelli gestionali della risorsa idrica. Il personale di Aqp presidierà il coordinamento delle attività della newco rispetto alle necessità operative». Altro aspetto rilevate è l’ampliamento della mission di Aseco che diventa «il veicolo regionale per il trattamento dei rifiuti»: dalla raccolta al trasporto e allo smaltimento. A tal fine si prevede l’investimento di 7,3 milioni per il rilancio dell’impianto di compostaggio di Ginosa (adeguamento prescrizioni Aia da 80 mila tonnellate annue) e la realizzazione di un nuovo sito da 50 mila tonnellate all’anno (costo 17 milioni). «Fino al 2021 - è scritto nel piano - andrà accorpata la gestione del ciclo integrato del rifiuto attraverso l’iniziale l’iniziare concentrazione dei rapporti contrattuali». Poi c’è l’apertura di una discarica di rifiuti non pericolosi (14,5 milioni) e la realizzazione di un impianto per i liquidi (11 milioni). Infine, per le nuovi fonti resta in piedi l’Acquedotto in Albania e il recupero di acqua dall’Abruzzo, Molise e Basilicata.