Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La Fondazione in ritirata Verri cooptato a Volterra
Il direttore ha il contratto in scadenza il prossimo 31 aprile «Ma qui lavorerei gratis». Bardi pronto a tagliare i posti
Finita l’ebbrezza da capitale europea della cultura, la Fondazione Matera 2019 rischia di scomporsi. A cominciare dal direttore Verri, chiamato a un ruolo da consulente a Volterra che si è candidata a capitale italiana della cultura 2021. «Ma a Matera - dice Verri - continuerei a lavorare anche gratis».
La sua consulenza per il dossier di candidatura di Volterra a capitale italiana della cultura del 2021, terminerà il 2 marzo. Fino a quel momento Paolo Verri, direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019, raggiungerà la Toscana solo una volta ogni due settimane. Il contratto che lo lega alla Basilicata, infatti, terminerà il 30 aprile. «C’è enorme bisogno di iniziative come queste», commenta, rispedendo al mittente l’idea che il riconoscimento di capitale italiana della cultura sia un contentino per le città che non hanno vinto o che non possono partecipare alla sfida europea. «Avevo un parere inizialmente negativo su questa idea, ma poi ho compreso che il ministro Franceschini aveva ragione perché si tratta di grandi occasioni di visibilità collettiva, di una vera opportunità. Proprio come accaduto a Matera, possono essere sviluppate politiche importanti per la comunità». In città, d’altronde, c’è ancora molto da fare. «Dobbiamo approvare i bilanci preventivi e consuntivi e prevedere le risorse necessarie per pagare i nostri fornitori», spiega Verri. L’attività frenetica deve fare i conti con un volto che inesorabilmente la Fondazione si appresta a cambiare, a cominciare dalla sua composizione che dovrà essere limata, come ha sostenuto recentemente il presidente della Regione Vito Bardi. I 52 dipendenti in libro paga, sono troppi e dalla Fondazione è fuga. «Ho rispetto per lui - risponde il direttore della Fondazione - ma indipendentemente dalle sue osservazioni, ricordo che alcuni contratti sono già scaduti il 31 dicembre, altri il 31 gennaio con una riduzione complessiva del 70% dei suoi dipendenti, tornando ai numeri del 2015-2016. Lo facciamo perché è giusto, anche in vista del nuovo indirizzo del nostro ente che sarà sempre più forte in coordinamento con il Comune, con la Camera di Commercio e con l’Apt anche in tema di promozione».
Il nuovo volto della struttura che ha lavorato al dossier di candidatura e alla gestione culturale dell’anno da capitale europea terrà conto di un contesto che è cambiato. «La gente deve sapere che le attività che svolgevamo in 80 ora potranno essere svolte da 10 persone». Al dibattito già ampiamente avviato sul futuro dell’esperienza di Matera 2019, si aggiunge anche quello su ciò che attende Paolo Verri. «Volterra è solo uno degli impegni da consulente che mi attende nei prossimi tempi - annuncia - sapremo il 2 aprile se la città è stata selezionata; nel frattempo sto lavorando a questo progetto con persone che stimo come Ledo Prato o Silvia Bianco. Nel 2020 non avrò un lavoro principale, ma mi occuperò molto di formazione con la Cattolica, l’Università di Torino e lo Iulm». E Matera? Verri lancia quella che sembra una provocazione «tornerò e se qualcuno mi vuole, lavorerò anche gratis».