Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Shoah, una voce per ricordare Katia Ricciarelli torna a Bari
Il soprano canta stasera al Piccinni le melodie de «Il suono del silenzio» per ricordare le vittime della Shoah
Deve fare inevitabilmente i conti con il passare del tempo, ma la sua voce è stata struggente come un canto ebraico. E stasera canta ancora, la voce di Katia Ricciarelli, per un concerto in memoria delle vittime della Shoah promosso dal Comune di Bari e dalla Città Metropolitana. Il teatro è il riaperto Piccinni, a due passi dal più quotato Petruzzelli, dove la cantante è stata una delle grandi protagoniste delle stagioni di Ferdinando Pinto, negli anni Ottanta, quando già incantava le platee di tutto il mondo accanto a Luciano Pavarotti e José Carreras. E Katia canta (e recita) le melodie e le parole de «Il suono del silenzio», una composizione per voce e orchestra di Vincenzo Anselmi con testi di Antonietta Cozzoli liberamente tratti dal Diario di Anne Frank, la giovane ebrea tedesca divenuta un simbolo della Shoah. Sul palco anche l’Orchestra Sinfonica della Città Metropolitana diretta da Vito Clemente, che in apertura di serata, alle ore 21, esegue la Sinfonia n. 2 di Kurt Weill, l’alter ego musicale di Bertolt Brecht per «L’opera da tre soldi» e «Ascesa e caduta della città di Mahagonny».
Weill compose la Seconda Sinfonia nel 1933, l’anno di un’altra ascesa, quella di Hitler alla guida del Reich, con tutte le tragiche conseguenze alle quali rimanda questo concerto- anteprima della Giornata della Memoria, ricorrenza istituita giusto vent’anni fa.
Il concerto, organizzato con il Traetta Opera Festival di Bitonto, Basilicata Opere in Atto e Memento, è a ingresso libero (i biglietti si possono ancora ritirare stamattina dalle 11 alle 13) e s’intitola «Recordare» (domani sera si replica nell’Auditorium Gervasio di Matera). E c’è molto da ricordare in una regione impegnata in questi giorni con varie iniziative in diversi comuni. Tra l’altro, in Puglia vennero costruiti quattro campi di concentramento, ad Alberobello, Gioia del Colle, Manfredonia e sull’Isola di San Domidi no, nelle Tremiti, e divennero luoghi di detenzione per molti ebrei, in vista del trasferimento verso i lager di sterminio nazisti.
Avrà molto da raccontare, anche se nel breve intervento di introduzione della serata, lo storico Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea e autore di diversi volumi, saggi e studi sulla storia sociale e culturale della Puglia e del Mezzogiorno. Da qui parte ancora più forte la scommessa del ricordo come strumento per non ripetere, perché «è sempre più forte la necessità di fermare l’odio in un momento di grande divisione in quel Mediterraneo sul quale la Puglia si affaccia», dice Ines Pierucci, assessore alle Culture del capoluogo. E Bari, città che si è battuta contro nazismo e fascismo, lunedì mattina ricorda con la locale sede dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, i due antifascisti deportati Filippo D’Agostino e Giuseppe Zannini (amico di Aldo Moro) con due distinte cerimonie (una a Palazzo di città, ore 9.30, l’altra nella chiesa Maria Santissima del Rosario, ore 10.30).
Ma è anche una giornata, quella della memoria, che Bari celebra «contro l’indifferenza verso i continui echi di violenza e intolleranza», dice il sindaco Antonio Decaro, spiegando il senso di questa serata al Piccinni nella quale Katia Ricciarelli ripercorrerà anche i sentieri dei meravigliosi ricordi personali legati ai gloriosi trascorsi pugliesi, a Bari e poi a Lecce, dove le sue stagioni liriche, alcune indimenticabili, rappresentano ancora per tanti un grande rimpianto.