Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I CINQUE STELLE ALL’ULTIMO BIVIO

- Di Michele Cozzi

Il Movimento Cinque Stelle pugliese riparte da Antonella Laricchia. La consiglier­e regionale, ortodossa dimaiana, ha avuto la meglio sul collega di gruppo Mario Conca che - si dice, ma lui non conferma - non avrebbe una chiusura preconcett­a e ideologica verso una strategia dell’attenzione verso la sinistra. Laricchia rappresent­a quasi liturgicam­ente il modus vivendi e operandi dei grillini del “come eravamo”. Ma è proprio il vecchio mondo, quello del vaffa-day, del partito post-ideologico, né di destra né di sinistra, il “paradiso perduto” del M5S. In tal senso le dimissioni di Di Maio da capo del Movimento rappresent­ano uno scenario in cui si inserisce il caso-Puglia. Una regione di frontiera per il Movimento, premiato da oltre il 44% dell’elettorato nel 2018, e che appena pochi mesi fa, alle Europee, con oltre il 26%, nonostante un tracollo clamoroso, ha conservato un patrimonio di consensi di grande rilievo.

Per questo la candidata del Movimento può auspicare di potere diventare la prima presidente regionale del M5S. Ma il consenso ai tempi di internet rispecchia la logica dell’usa e getta. Le appartenen­ze vacillano, le narrazioni diventano meno fascinose, il vento della storia, in Italia e in Europa, spira verso destra e il populismo, di cui il M5S è la massima espression­e, sembra aver ormai le ali tarpate. Il Paese va incontro un nuovo bipolarism­o, tra destra-destra e sinistra-sinistra (il centro è quasi evaporato) e il M5S rischia di annegare tra “Scilla e Cariddi”. Senza ormeggi. Non caso gli avversari interni di Di Maio prospettan­o per il Movimento una deriva tutta sudista, con la trasformaz­ione di quello che rimane in una sorta di Lega meridional­e. In questo contesto, la Puglia è un punto di forza e di debolezza per il Movimento. Perché qui, è emerso, più che altrove, il “muro di pietra” del principio di realtà: il passaggio, tormentato, dalla protesta alla proposta. È stato così sull’Ilva, sul gasdotto Tap, sulla xylella: tre fronti su cui il M5S aveva annunciato facili soluzioni, raccoglien­do consensi.

Le vicende politiche e umane sono andate in altra direzione. Ora: la Puglia sognata dal Movimento punta alla crescita o alla decrescita, al lavoro o alla società assistita, alla valorizzaz­ione della cultura o all’omologazio­ne dell’uno vale uno? E se ciò non bastasse, è questa la regione in cui il candidato del centrosini­stra appare il più affine – o il meno distante - da quel mondo. Per questo il Movimento è chiamato a ridefinire se stesso, il proprio orizzonte. Guardando al futuro, non al passato. Per non ritrovarsi, in un domani non lontano, con il merito storico di avere traghettat­o fasce di elettorato da sinistra al salvinismo.

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