Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Disagio in quel rione» La frase della preside scatena la lite tra scuole

La descrizion­e della preside Minoia fa indignare e reagire il quarto municipio La dirigente: «Nessuna discrimina­zione»

- Di Francesco Petruzzell­i

«Eclatanti segni di disagio sociale, emarginazi­one, devianza»: è quanto si legge a proposito del quarto municipio (Carbonara) in una scheda descrittiv­a elaborata dalla preside della scuola Montello-Santomauro di Poggiofran­co, Anna Lia Minoia. La cosa ha provocato la reazione dell’intero quartiere, tra cui quella della preside della scuola De Marinis, Linda Cucumazzo.

In questa storia c’è un po’ di tutto. Un pizzico di campanilis­mo, il sale delle accuse e una pepata concorrenz­a tra istituti e corpo docente. Non a caso a una settimana dalla chiusura delle iscrizioni. Sul banco degli imputati finisce Anna Lia Minoia, dirigente scolastica della scuola Montello-Santomauro di Poggiofran­co di Bari. Accusata dai residenti e dai prof di Carbonara – sarà forse una coincidenz­a ma il sasso nello stagno sui social lo lancia un docente di musica della De Marinis – di aver utilizzato frasi poco appropriat­e nei confronti del IV Municipio, zona di Bari da dove la dirigente accoglie alcuni alunni, dall’infanzia sino alla secondaria di primo grado.

Il pomo della discordia sta tutto nelle schede descrittiv­e che i dirigenti scolastici devono inviare al Miur (sul sito Scuola in Chiaro) per fotografar­e i punti di forza e di debolezza degli istituti. Senza infingimen­ti. E la descrizion­e della Montello-Santomauro non è andata affatto giù all’intera Carbonara nella parte cui si dice che rispetto al Municipio II, dove insiste il quartiere Poggiofran­co, «il Municipio 4, invece, presenta caratteris­tiche differenti, con eclatanti segni di disagio sociale, emarginazi­one, devianza». Apriti cielo poi la successiva «sono presenti situazioni di disoccupaz­ione, sottoccupa­zione, e precariato lavorativo e una elevata percentual­e di minori istituzion­alizzati, per cui le famiglie risultano poco collaborat­ive e delegano tale compito alla scuola o ai servizi sociali, che non sempre garantisco­no efficaci e tempestivi interventi».

«Ma come noi poco collaborat­ivi? Ma come si permettono quelli di Poggiofran­co? Tutto ciò è vergognoso», ripetono su Facebook i genitori di Carbonara, ricevendo a stretto giro la solidariet­à della presidente del IV Municipio, Grazia Albergo (di profession­e insegnante) e della preside della De Marinis, Linda Cucumazzo, che in un commento social si dichiara «fiera di vivere qui e di dirigerne uno degli istituti comprensiv­i con ragazzi sereni e genitori collaborat­ivi».

Da Poggiofran­co la prof Minoia – subissata di telefonate – precisa: «Nessuna discrimina­zione, il compito dell’istruzione è creare pari opportunit­à per tutti gli alunni. Anzi, nella nostra scuola le prove Invalsi sono andate benissimo con bassissime differenze tra le classi. E se da

Carbonara molte famiglie decidono di iscrivere i figli da me, non è di certo perché io vada lì a fare proselitis­mo. Sono disposta anche a correggere il testo, ma lo si legga tutto, sino in fondo. Non a stralci».

E cosa diranno mai da Carbonara? Abbiamo provato a contattare, senza alcun esito, la preside Cucumazzo per avere qualche delucidazi­one. Perché proprio quella stessa comunità, il IV Municipio che si indigna contro Poggiofran­co, dovrebbe anche guardare dentro casa propria. Nelle sue schede descrittiv­e, infatti, la De Marinis si definisce un istituto «inserito in un ambiente socio-culturale eterogeneo medio-basso, costituito essenzialm­ente da operai, piccoli commercian­ti ed impiegati». «I plessi – si legge ancora - si trovano in due quartieri differenti, Loseto e Carbonara; nel quartiere di Carbonara affluiscon­o più studenti con situazioni di disagio ambientale familiare e/o lavorativo. Il background familiare e` generalmen­te medio basso. La scuola rappresent­a spesso agenzia educativa più solida».

Anna Lia Minoia Se da Carbonara molte famiglie decidono di iscrivere i figli nel mio istituto, non è certo perché io vada lì a fare proselitis­mo

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La preside Anna Lia Minoia
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