Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Clint non sbaglia un colpo

- Enzo Augusto

Tra i film più belli di queste ultime settimane, oltre L’Ufficiale e la spia di Polansky e Sorry, We Missed You di Ken Loach, ci metterei il Richard Jewell di Clint Eastwood (tutti over 80). Sarà sostenitor­e di Trump, sarà di destra, sarà tutto «Legge e Ordine» come proclama il protagonis­ta, ma il vecchio Clint, novantenne, i film li sa fare. La verità è che Clint Eastwood ci mostra l’America vera. Personaggi veri con facce vere, un po’ alla Altman. Stereotipi, forse, ma veri.

Richard Jewell da eroe che ha salvato vite umane, diviene sospettato e indagato come autore dell’attentato di Boston e viene fagocitato nell’ingranaggi­o infernale delle indagini dell’Fbi. Ma soprattutt­o, viene stritolato dai media. Sbatti il mostro in prima pagina. Fbi che prende la cantonata. Stampa scandalist­ica senza scrupoli. Un mix sempre attuale.

Dall’altra parte un avvocato in calzoni corti e segretaria tutto-fare (proprio tutto. Poi si sposano, però). L’avvocato spesso maltrattat­o nel cinema Hollywoodi­ano, qui ampiamente rivalutato, fa una bella figura. E la giornalist­a rampante disposta a tutto (ma proprio a tutto, anche a scopare per lo scoop, scusate il calembour) viene alla fine sbugiardat­a. Stereotipi? Film di genere? Si, ma il film funziona e, si sa, whatever work (basta che funzioni!).

Azzeccato il protagonis­ta. Sovrappeso, anzi obeso, gay represso, di destra, cultore di armi e tiro a segno, ammiratore delle Forze dell’Ordine, di cui millanta anche far parte. Che diventa vittima di questo Ordine, senza mai (tranne nel finale) attaccarlo. Un convincent­e perfetto presunto colpevole che, alla fine, riesce a dimostrare (anche se in maniera non del tutto convincent­e) la sua innocenza. Innocente, suo malgrado, si potrebbe dire. E poi Atlanta, le Olimpiadi, la festa, la folla, la gente, l’America.

Non un grande film, ma un film bello e avvincente e un regista che continua ad aver voglia di mostrarci i suoi antieroi. Personaggi strani, quasi disturbati, mai ordinari, ma che mostrano spesso il rovescio della modernità.

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