Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La corsa di Ancona, una vita in moto insieme a Valentino
BITONTO Se è vero che il cuore di un motociclista non si misura in pulsazioni ma in numero di giri, quello di Luigi Ancona ha battuto forte oltre ogni ostacolo per 13 intense stagioni di cui 4 nel Mondiale. L’ex pilota della 125, nativo di Bitonto dove vive tuttora, è stato più di una promessa delle due ruote rivaleggiando con campioni del calibro di Capirossi, Biaggi, Gresini, Gianola, Casanova, Ramboni e persino Valentino Rossi che allora cominciava a muovere i primi passi in pista.
Aveva poco più di 3 anni il tenero Luigi quando già smanettava sulla minimoto che gli aveva regalato suo papà Michele, anch’egli centauro di belle speranze e vice campione italiano. «Fu proprio mio padre a trasmettermi la grande passione per questo bellissimo sport – racconta il 47enne Luigi Ancona -. Aveva intravisto in me delle doti innate. Ho vissuto l’infanzia e l’adolescenza tra il rombo dei motori. Un effetto piacevolissimo che provai in modo più coinvolgente quando a 14 anni feci il debutto nel Trofeo Honda grazie alla moto comprata da papà. Lui e la mia famiglia hanno fatto tanti sacrifici per farmi gareggiare». Appena 15enne quel ragazzino biondo e riccioluto, così intrepido e veloce, approdò nel campionato italiano della Sport Production in sella alla Gilera 125 duellando spesso con Loris Capirossi, Doriano Ramboni e Alessandro Gramigni.
«A Misano nel 1987 vinsi la mia prima gara della Sport Production dopo aver combattuto fino all’ultimo giro con Debbia e Levantini. Fu un momento bellissimo, esaltante. Quel giorno ebbi la percezione che potevo farcela. Ero riuscito anche a migliorare il mio stile di guida seguendo l’innovativo modo di correre ideato da Freddie Spencer che si piegava molto per affrontare le curve».
Arrivarono altre vittorie, la nuova esperienza nelle moto Gp e l’ingresso nel Campionato Europeo con la Gazzaniga. «Avevo 20 anni nel ’92 e con l’Aprilia del Team Italia vinsi due corse molto impegnative, la prima in Germania ad Hockenheim la seconda sul mitico e selettivo tracciato di Assen in Olanda».
Luigi Ancona aveva il motociclismo nelle vene, era un pilota sanguigno che con coraggio e grinta cercava sempre di andare oltre ogni limite. Non fu certo casuale il suo esordio nel Campionato Mondiale sulla Honda del Team Ipa di Bergamo. Quattro splendide e indimenticabili stagioni iridate gareggiando sui circuiti più famosi in Australia, Brasile, Stati Uniti, Malesia, Germania, Inghilterra, Francia, Giappone. «Emozioni davvero incredibili e sensazioni irripetibili – dichiara con un po’ di nostalgia -. Ho sempre dato tutto me stesso, facendo di necessità virtù perché ero in un team di secondo piano e la moto non era certo tra le più competitive. Il miglior piazzamento l’ottenni nel ’93 in Spagna a Jerez, un nono posto comunque prestigioso, oltre alla prima fila dopo le qualifiche al Mugello. Durante il Mondiale del ’96 mi ritrovai in pista con Valentino Rossi che avevo conosciuto 3 anni prima. In Australia io arrivai tredicesimo, lui dietro di me. Si vedeva, però, che sarebbe diventato il numero uno».
Luigi Ancora appese il casco al chiodo nel 1999 dopo aver disputato oltre 200 Gp ottenendo 25 vittorie. Quei bei ricordi restano scolpiti nel cuore anche se c’è un pizzico di rammarico: «Ho lottato con ardore e spirito di abnegazione. Forse, se avessi avuto una moto ufficiale avrei potuto competere con i migliori piloti di allora. Purtroppo, non ho mai trovato sponsor disposti a darmi una mano».
❞ Debuttai a 14 anni nel Trofeo Honda grazie al mezzo comprato da papà La mia famiglia ha fatto tanti sacrifici per farmi gareggiare