Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Amianto, traversine e quei misteriosi rifiuti bruciati a Lama Balice
Nella zona trovate le orme dei dinosauri. Ora ci sono rifiuti, amianto e traversine ferroviarie
Uno scempio. È quanto raccontano le immagini dell’area protetta di Lama Balice, alle porte di Bari. Nella zona del parco dove furono trovate le orme dei dinosauri è facile imbattersi in bracconieri, rom accampati e montagne di rifiuti. Alcuni di natura misteriosa, come nella foto, sono stati bruciati.
BARI Dovrebbe essere il polmone verde più importante di Bari, invece è una terra di nessuno. Il parco naturale regionale di Lama Balice, un’area protetta che si estende per ben 504 ettari che vanno dal quartiere San Paolo alle campagne di Bitonto, è sempre più in uno stato di pericoloso abbandono. Nonostante si tratti di una zona di grande interesse ambientale e storico (tanto che qualche anno fa vi sono state scoperte anche alcune orme di dinosauri come ad Altamura), da anni viene presa d’assalto, probabilmente anche a causa della vicinanza ai centri abitati. Fra l’indifferenza generale, o quasi.
Basta addentrarsi per qualche centinaio di metri lungo i costoni rocciosi dell’antico letto del torrente Tiflis per rendersi conto dell’aggressione dell’uomo a questo gioiello naturalistico. Le cartucce dei fucili da caccia testimoniano le attività dei bracconieri, alla ricerca di volpi, volatili e persino dei numerosi cinghiali che hanno invaso il parco (e che spesso ne escono). Poco più di un anno fa fu ritrovato persino un rifugio utilizzato dai cacciatori di frodo. Fra una antica masseria e qualche moderno capannone (parte delle aree sono di proprietà privata) non è raro imbattersi in manufatti abusivi. Da qualche mese, in una zona non troppo distante da Bitonto, è sorta persino una baraccopoli di nomadi, con tanto di energia elettrica e parabola televisiva, in cui è facile sorprendere bambini giocare tra i resti di vecchi elettrodomestici e dalla quale non è raro vedersi alzare colonne di fumo. Conseguenza di roghi appiccati per distruggere materiale.
L’aspetto forse più grave per l’ambiente, anche perché più diffuso, è però la distesa di rifiuti di ogni genere fra gli ulivi e gli arbusti della macchia Mediterranea. I cumuli di immondizia, a dir la verità, cominciano già dai confini dell’area protetta, a poche centinaia di metri dalle abitazioni, ma allontanandosi dalle strade di accesso, in diversi punti, ci si può imbattere in vere e proprie discariche abusive. Fra vecchi pneumatici, vasche da bagno, televisori e mobili rotti, plastica di ogni tipo e resti di cantieri edili, capita però di incontrare anche numerose onduline di amianto. Spesso i pannelli sono rotti in più punti e dunque hanno di sicuro disperso le fibre cancerogene nei dintorni.
Qualche tempo fa il fotografo e ambientalista Giuseppe Catalano, grande amante della Lama, in una delle sue escursioni ha scoperto addirittura numerose traversine ferroviarie, con tanto di loghi e numeri di matricola che probabilmente potrebbero permetterne la collocazione originaria. Materiale che dovrebbe essere smaltito in regolari impianti e che invece, inspiegabilmente, è finito in un parco (in teoria) protetto. Evidentemente per risparmiare sui costi di stoccaggio. Una situazione che lo stesso Catalano ha segnalato alle autorità competenti già diversi mesi fa ma, almeno fino ad ora, senza alcun risultato.
Della presenza di rifiuti pericolosi, negli ultimi giorni, è stato informato anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Bari, Pietro Petruzzelli: «Ho ricevuto almeno un paio di segnalazioni – racconta - in almeno un paio di zone diverse della Lama e da diversi cittadini. Nei prossimi giorni è stato programmato un sopralluogo per verificare le aree esatte in cui sono stati conferiti i rifiuti. In un caso si tratta di corpi di vecchi frigoriferi e dovrebbe trattarsi di una zona non molto distante dall’aeroporto in cui si va a fare mountain bike. Nell’altro, dove ci sono pannelli di amianto, è probabile che ci si trovi nel territorio del Comune di Bitonto. Se le discariche ricadono in terreni pubblici – spiega - si provvederà alla bonifica. Se sono di privati, invece, i proprietari verranno diffidati alla pulizia. Nel caso in cui le aree ricadano nel territorio di Bitonto verrà inoltrata una segnalazione all’amministrazione
I bracconieri L’area è frequentata anche da bracconieri, come si evince dalle cartucce trovate
competente».
Interventi importanti ma che, vista la diffusione e la complessità dei problemi, rischiano di rappresentare solo un palliativo per una situazione decisamente preoccupante.