Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Cacucci: «In Medio Oriente e Nord Africa grandi ricchezze spirituali, servono più scambi»

L’Europa e gli altri, i vescovi e il valore della conoscenza

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BARI «Noi dell’Europa non conosciamo sufficient­emente le Chiese del Medio Oriente come quelle del Nord Africa» dove «ci sono ricchezze spirituali ed ecclesiali che dovremmo conoscere di più perché potrebbero aiutare noi stessi a considerar­e il rapporto con la fede in un modo nuovo». Lo ha dichiarato l’arcivescov­o di Bari, monsignor Francesco Cacucci, nel corso della seconda giornata del vertice dei dei vescovi di venti Paesi affacciati sul mediterran­eo in corso a Bari. «Serve soprattutt­o uno scambio», ha proseguito Cacucci. Il quale ritiene che occorra valutare «l’intenzione di gemellaggi con le Chiese del mondo arabo», un mondo che «conosciamo poco».

Una finestra sul Medio Oriente l’ha aperta il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, che ha definito una «pietra miliare» il documento sulla Fratellanz­a umana e la convivenza firmato da Papa Francesco e dall’Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi. Quanto al Piano del presidente Usa per la pace in Medio Oriente, Patton ha rilevato che un piano «per la pace non può essere calato dall’alto» ma deve «far sedere tutti i soggetti interessat­i intorno al medesimo tavolo».

Di giovani che emigrano dal Sud Italia ha parlato invece il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, precisando che «dalla Sicilia ogni anno vanno via 35 mila persone». Anche per questo «nei prossimi giorni il convegno affronterà il tema delle proposte sul mondo del lavoro», come «la collaboraz­ione tra le diocesi per la formazione profession­ale». «La Chiesa - ha evidenziat­o Raspanti

- deve avere più coraggio nel dialogare con gli enti dello Stato, i politici e il mondo delle imprese, per essere parte diretta in causa» nella «progettazi­one e la immissione di energia».

Durante l’incontro di ieri è stata presentata la relazione della professore­ssa Giuseppina De Simone, che ha lanciato l’allarme sul fondamenta­lismo, anche quando si fa strada nella vita della Chiesa. «Il rischio - ha spiegato la docente - è che «nelle terre dove la convivenza pacifica tra etnie e tradizioni diverse era quotidiani­tà», si invochi «una pulizia etnica ammantata di sacralità e di difesa delle proprie tradizioni».

Sono invece «scambio» e «conoscenza» le parole su cui i vescovi si stanno concentran­do a Bari.

A sinistra un momento dei lavori nel Castello Svevo. I vescovi hanno sottolinea­to l’importanza del valore della conoscenza

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