Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ecco gli agricoltori del futuro Guideranno i trattori con l’app
La rivoluzione della semina firmata dalla prof Paola D’Antonio Ideata una mappa virtuale per ottenere una maggiore resa
MATERA Quello che si è svolto qualche giorno in una coltivazione di grano a La Martella è un esperimento destinato a cambiare il rapporto fra tecnologia e agricoltura, fra territorio e ricerca. Il progetto 5g che unisce dal 2017 Matera a Bari, per la città dei Sassi vuol dire anche applicazioni nell’agricoltura di precisione e così l’Università di Basilicata e in particolare la Safe (Scuola di scienze agrarie, forestali, alimentari e ambientali) hanno portato avanti il progetto che consentirà in futuro, per la prima volta in questo settore, di programmare la semina nei campi indicando la mappa al trattore grazie ai dati forniti dalla tecnologia 5G. «In termini di affidabilità - spiega Paola D’Antonio, responsabile scientifico del progetto
Agricoltura di precisione - si tratta di una tecnologia che non risente di interruzioni di linea e che presenta margini di errore molto bassi nella mappatura. Rispetto agli altri ambiti come quello ambientale e turistico legato alla valorizzazione delle chiese rupestri, questo utilizzo rappresenta un’esperienza esclusiva».
In occasione della visita di alcuni funzionari del Ministero della Sviluppo economico, Paola D’Antonio e il suo team hanno dimostrato sul campo l’effetto positivo del 5g che, tengono a precisare, non eliminerà la presenza dell’uomo ma sosterrà il suo lavoro con strumenti altamente tecnologici. «In Italia la guida completamente autonoma non è consentita e per questo l’uomo non viene escluso da nessuno dei passaggi. La prova su un’area di cinque ettari è consistita in particolare in una concimazione con una macchina collegata alla trattrice a guida automatica possibile grazie alla rete 5g. In questo modo vengono inseriti i dati georeferenziati con elementi di lavorazione e di larghezza di lavoro e l’attività di svolge in autonomia». La tecnologia messa a punto assicura prestazioni che vengono applicate anche a terreni con caratteristiche differenti. «La distribuzione avviene grazie a una mappa che segue le indicazioni dei sensori che registrano lo sviluppo della cultura spiega ancora Paola D’Antonio - così si evita lo spreco di prodotto e si interviene in modo più organico. In questo periodo nelle coltivazioni di grano, vengono distribuiti due quintali a ettaro; in alcuni campi però ci sono aree in cui la vegetazione richiede più concime e altre in cui ne serve una quantità minore». L’esperimento materano si appresta a diventare esempio di buona pratica anche nel resto d’Europa che al momento non presenta le stesse prestazioni nell’agricoltura di precisione. «Finora sono stati registrati ottimi tempi di latenza e una linea di collegamento costante - conclude la D’Antonio che potrà essere utile anche in casi di terreni meno armonici dove le sostanze azotate rischiano di essere distribuite in modo errato».