Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Mio marito Astor Piazzolla, genio inconsapevole»
Era il 29 marzo del 1987. Per la prima volta la maestosa Cattedrale di Trani ospitava un concerto di musica non sacra. Eppure era gremita di gente, accorsa per ascoltare le melodie del bandoneon di un illustre concittadino che si era fatto spazio con il suo genio nel firmamento della musica mondiale: Astor Piazzolla. Quel concerto e quella data oggi fanno parte della storia della città di Trani, che ancora ricorda il pianto commosso del grande maestro del tango mentre abbracciava lo strumento.
Trentatré anni dopo quello storico evento, nella Cattedrale di Trani risuonano nuovamente le note che hanno rivoluzionato il genere del tango, eseguite dal «Quintetto Astor Piazzolla», l’ensemble ufficiale di straordinaria bravura che porta in giro per il mondo la musica di Astor, sotto la direzione artistica di Laura Escalada, ultima moglie di Piazzolla e presidente della fondazione a lui dedicata. A lei la città di Trani ha conferito la cittadinanza onoraria. È il segno di riconoscimento di una comunità nei confronti di chi continua a portare in giro per il mondo la musica di uno dei più grandi compositori del XX secolo, un cittadino del mondo che non ha mai dimenticato le sue origini tranesi. «Astor amava con profonda passione la Puglia, era legatissimo alla terra dei suoi nonni. Quando arrivammo a Trani andammo a vedere il portone della casa della sua famiglia. Era molto importante per lui che in ogni concerto ha sempre ricordato la sua origine pugliese e tranese in particolare» racconta Laura Escalada Piazzolla.
E non è un caso che il concerto di ieri si sia aperto con l’ascolto della voce di Astor Piazzolla, tratta dalla sua esibizione a Central Park del 1987, durante la quale parlando in tre lingue, il musicista argentino ripercorreva il suo essere cittadino argentino, cresciuto a New York ma con radici di Trani. Una vita vissuta tra le emozioni e la musica, quella di Astor Piazzolla; un costante e discreto scavare nei ricordi e nelle sensazioni che poi si traducevano in note. «Astor era un genio, ma non sapeva di esserlo. Un uomo pieno di vita, con l’Italia nel cuore. La sua felicità? Un piatto di pasta, nel ricordo della sua amata Italia. Non avrebbe mai immaginato che nel futuro gli sarebbero stati tributati così tanti onori» rivela la signora Laura.
Oggi la musica di Astor Piazzolla è apprezzata in tutto il mondo. «Con la Fondazione abbiamo lavorato molto. I musicisti che all’epoca seguivano la fondazione erano tutti giovani, ora non hanno più i capelli. Abbiamo portato in giro per il mondo la genialità di Astor e abbiamo fatto in modo che molti giovani lo scoprissero. E ora, dappertutto, i musicisti accolgono la sua musica» spiega la presidente della Fondazione Astor Piazzolla.
Non soltanto compagna di vita, Laura Escalada è forse la più sincera estimatrice della musica del grande maestro. Una ammirazione, la sua, profonda e discreta, capace di leggere nelle note del bandoneon di suo marito il racconto di quelle emozioni che lo pervadevano; autentici ritratti in musica di quelle persone o di quelle circostanze che lo ispiravano. «Astor ha scritto per me? Sì, ma nessuno lo sa. È un nostro intimo segreto. Molta della sua musica è dedicata a persone che hanno fatto parte della sua vita. Io gli chiedevo di non dedicarmi nessun pezzo, non volevo. Ma tra le pagine di musica ispirate a me è rimasto qualcosa…». Come, ad esempio, la meravigliosa Mumuki.