Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sturzo, Wojtyla e gli esempi per il Meridione
La Chiesa è tornata nel Mezzogiorno. La cinque giorni di Bari, che conclude Papa Francesco nella mattinata di oggi con la Messa e la recita dell’Angelus, è solo uno dei grani di un rosario che si snoda da tempo.
Dal Dopoguerra, quando il 25 gennaio 1948, la Lettera collettiva dell’episcopato dell’Italia meridionale sui problemi del Mezzogiorno aprì il lungo corso degli interventi ecclesiali sulla realtà della parte più povera del Paese. Era l’anno in cui l’Italia si dava la Carta costituzionale. E quel contributo, forte e originale, di don Luigi Sturzo riuscì a porre le basi di un impegno sociale dei cattolici. Al prete di Caltagirone seguirono altre riflessioni decisive: la prima nell’89, su Chiesa italiana e Mezzogiorno, quando si pose come prioritario il cammino dello sviluppo nella solidarietà in Italia. Fino a giungere a quel 9 maggio del ’93, in cui tuonarono forti e dure le parole di condanna della mafia, pronunziate da Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi, ad Agrigento. Il monito affinché le genti del Sud diventassero protagoniste del proprio riscatto, senza per questo dispensare dal dovere della
solidarietà l’intera nazione, lo lanciò sempre Wojtyla nel ‘95 al Convegno ecclesiale di Palermo. Era l’anno in cui decollò il Progetto Policoro col quale i vescovi mobilitavano risorse del nuovo protagonismo della società civile e della comunità ecclesiale. Ormai il ruolo della Chiesa nel Sud assume sempre maggiore rilevanza politica, economica e sociale, ne fa uno dei protagonisti del riscatto, seguendo i precetti della dottrina sociale, ma anche valorizzando la testimonianza di quei maestri che con la parola e la vita hanno aperto spazi di liberazione: da Pino Puglisi a Giuseppe Diana, da Rosario Livatino, allo stesso Aldo Moro. A muovere la riflessione dei vescovi è la constatazione del perdurare del problema meridionale. Non a caso il vice presidente per il Mezzogiorno della Cei, il vescovo Antonino Raspanti, ha recentemente proposto un grande Piano Marshall per il Sud di oggi. È pur vero che la Chiesa al Sud è essa stessa povera e può contare solo sulle entrate dell’8 per mille e che troppe volte mancano le truppe per condurre una battaglia come questa. Ma oggi più che nel passato le Caritas diocesane si stanno attrezzando per essere bracci armati sul territorio.