Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I cinesi chiamano Decaro «Trovaci gli alloggi per andare in quarantena»
La richiesta a Decaro: «Servono per i parenti rientrati»
BARI Lo hanno chiesto già mercoledì scorso al sindaco di Bari, Antonio Decaro, in occasione di un incontro per rinsaldare l’amicizia tra la comunità barese e quella cinese: «Abbiamo bisogno di case in cui far trascorrere il periodo di quarantena ai nostri parenti che erano partiti per il Capodanno Cinese». E l’arrivo di alcuni componenti dei nuclei familiari dovrebbe toccare già le giornate tra martedì e mercoledì prossimi. Il punto è che la profilassi prevede che il soggetto resti separato da altre persone con propri servizi igienici. Quindi la convivenza in famiglia è praticamente impossibile (a meno di restare tutti bloccati in casa). «Nell’incontro avuto con i rappresentanti delle comunità cinesi - spiega Eugenio Di Sciascio, vicesindaco di Bari - ci hanno chiesto una mano. Il motivo? Non riescono a trovare case da affittare perché i proprietari sono diffidenti. Cercheremo di dare una mano trovando soluzioni. Ma ovviamente dopo l’appuntamento di domani (oggi per chi legge, ndr) con il Papa».
La comunità cinese in provincia di Bari è formata da circa 5 mila persone occupate prettamente nella gestione di attività commerciali: dai negozi all’ingrosso a quelli al dettaglio; dai ristoranti alle sale ricevimento. Rappresentanze nutrite operano tra Bari e Modugno (da via Napoli alla zona industriale) e Casamassima (Baricentro). Già nei primi giorni di diffusione della malattia, divampata in Cina, le comunità baresi si erano auto imposte di effettuare la quarantena. E soprattutto di gestire con severità il rientro dei connazionali in Italia. Tanto che gli ultimi arrivi risalgono al periodo tra fine gennaio e inizio febbraio scorsi. Alcuni di loro hanno già rispettato i 14 giorni di isolamento (per precauzione elevato a 16 giorni) riprendendo la vita di tutti i giorni. «Offriremo tutta la collaborazione possibile - conclude Di Sciascio - a chi chiede un aiuto. Anche tenendo presente che la quarantena ora è obbligatoria, quindi bisogna intervenire».
Ma nelle ultime ore la rilevanza del controllo per chi rientra dalla Cina (anche per scali tecnici e triangolazioni) assume caratteri più decisi. Tanto che le strutture regionali si pongono il problema. «Abbiamo convocato la task force d’emergenza per lunedì (domani per chi legge, ndr)spiega Vito Montanaro, direttore del Dipartimento promozione salute della Regione Puglia - con l’obiettivo di rivedere le procedure di intervento e attrezzarci per affrontare un’eventuale peggioramento della situazione. È tutto sotto controllo, quindi anche nel caso dell’arrivo di cittadini cinesi residenti in Italia troveremo una soluzione».
Negli aeroporti di Bari e Brindisi proseguono le attività di controllo sui passeggeri in arrivo senza aver riscontrato casi urgenti. Da oltre due giorni le verifiche con i termoscanner e i rilevatori ottici della temperatura sono stati ampliati a tutti i voli in arrivo. Al personale di Aeroporti di Puglia (comprese le società che assicurano le verifiche ai varchi d’accesso) sono stati distribuiti i kit con le mascherine da usare a scopo precauzionale. Ma la gran parte dei dipendenti preferisce non farne uso.
È forse la componente di volontarietà quella destinata a fare la differenza in situazioni complicate. Come detto dal virologo Roberto Burioni: «Niente panico, niente polemiche ma consapevolezza piena di quanto sta accadendo. Ognuno di noi può, con i propri comportamenti responsabili, far da barriera alla diffusione del virus. Facciamolo e basta, senza esitazioni».