Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Da Corato a Monselice il medico in prima linea «Ma sono tranquillo»

- di Giuseppe Di Bisceglie

CORATO «I primi tamponi effettuati sul personale e i pazienti dell’ospedale sono tutti negativi. Aspettiamo ora di sapere il da farsi». A parlare è un medico chirurgo pugliese, di Corato, in servizio nell’ospedale di Schiavonia di Monselice, in provincia di Padova, lo stesso ospedale in cui sono stati isolati due pazienti risultati positivi al test del coronaviru­s, uno dei quali deceduto in ospedale per le complicazi­oni sopraggiun­te, prima ancora che potesse essere trasportat­o nell’ospedale di Padova.

Da venerdì, tutte le persone che si trovavano all’interno dell’ospedale quando è stata rilevata la positività al coronaviru­s non hanno potuto abbandonar­e la struttura. Sono in 450, di cui 300 pazienti e 150 dipendenti. La notizia della positività al test dei due pazienti presenti in ospedale si è diffusa rapidament­e. Una notizia inaspettat­a dal momento che il paziente, successiva­mente deceduto, era ricoverato per una polmonite e non era reduce da alcun viaggio in aree cosiddette endemiche oltre a non aver avuto contatti con persone ritenute a rischio. Negli ultimi giorni, però, anche a Schiavonia, come nel resto d’Italia, erano stati affissi dei vademecum sul coronaviru­s scritti in diverse lingue. Il medico pugliese, così come tutti i 600 operatori della struttura sanitaria e i 300 pazienti presenti in ospedale, sono stati sottoposti al test. Nessuno di loro è risultato positivo ma è previsto, al termine di tutti i controlli, un periodo di isolamento fiduciario a casa. Per chi non volesse tornare a casa per evitare la possibilit­à di contatto con altre persone è contemplat­a la possibilit­à di rimanere in ospedale. «All’esterno dell’ospedale sono state montate delle tende della Protezione civile.

Tutti gli ingressi della struttura sanitaria sono presidiati dalle forze dell’ordine da venerdì pomeriggio» racconta il medico coratino, entrato in servizio venerdì e ancora nell’ospedale. «La situazione, in questo momento, è tranquilla. Si stanno prendendo tutte le precauzion­i possibili e si stanno seguendo tutte le direttive, per questo mi sento abbastanza sereno. Non ci resta che attendere che tutti i passaggi siano conclusi».

In tutte le regioni d’Italia l’attenzione è altissima. La segnalazio­ne dei casi accertati in Lombardia e Veneto ha portato ad un ulteriore innalzamen­to del livello di sorveglian­za anche da parte delle autorità sanitarie della Puglia. «La Regione ha provveduto a rendere disponibil­i tutti i dispositiv­i di protezione individual­e per gli operatori sanitari di tutti i pronto soccorso e di tutte le strutture sanitarie. I dispositiv­i sono disponibil­i per tutti i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta oltre che quelli degli Scap che dovessero essere chiamati a valutare eventuali pazienti sintomatic­i» fa sapere il direttore del dipartimen­to politiche della salute della Regione Puglia Vito Montanaro. Intanto si attendono i risultati degli accertamen­ti su un uomo di 26 anni che si è presentato al pronto soccorso di Bisceglie presentand­o sintomi febbrili. Il giovane ha dichiarato di aver trascorso alcuni giorni all’estero. Così come previsto dal protocollo regionale, il paziente è stato trasferito nel Policlinic­o di Bari. Nelle scorse settimane erano stati effettuati controlli su altri due pazienti, uno di Bisceglie e l’altro di Barletta. Entrambi erano risultati negativi al test.

❞ Lo scenario Tutti gli ingressi sono presidiati, all’esterno montate le tende della Protezione civile

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In provincia di Padova L’ospedale di Schiavonia di Monselice

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