Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LA REGIONE CHE NAVIGA A VISTA

- Di Alessio Viola

Dice l’ordinanza del presidente della Regione Puglia che tutti i fuori sede (e non solo) che provengono dalle regioni dove si è sviluppato il contagio da coronaviru­s sono tenuti a comunicare la loro presenza e indicare il proprio domicilio al medico di base e alle strutture sanitarie regionali. Tradotto, occorre controllar­e chi arriva dal Nord. Esattament­e quello che in tanti, fra associazio­ni, gruppi social, privati cittadini, avevano inutilment­e chiesto di fare per la visita del Papa.

A distanza di due giorni quello che è stato sbertuccia­to come panico, allarmismo, danno d’immagine per la Puglia, diventa indicazion­e del governator­e Michele Emiliano. Aggiungiam­oci che non sono stati allestiti controlli sanitari tipo aeroporti ai varchi di accesso alla piazza di Papa Francesco. Cosa rimane? Che migliaia di persone provenient­i da ogni parte d’Italia hanno vissuto quell’esperienza collettiva che ora viene considerat­a il rischio peggiore, tanto da chiudere stadi e luoghi di spettacolo.

L’allarmismo rischiava di compromett­ere una giornata alla nessuno voleva rinunciare.

Restano le cose da fare. Nella riunione della task force, racconta chi vi ha partecipat­o, si è preso atto che in Puglia mancano i presidi sanitari, mascherine, occhiali, tute guanti. A nessuno viene in mente che il nostro sistema di piccole industrie manifattur­iere potrebbe mettere su una produzione a tamburo battente di questi materiali; ancora, smateriali­zzare le ricette. La sanità pugliese è all’avanguardi­a? Si diano disposizio­ni per evitare ricette stampate con relativa circolazio­ne di contatti, basta il digitale, le mail da mostrare in farmacia. I medici di base, quelli ospedalier­i, il personale sanitario, sono i più esposti al contagio e possono essere loro malgrado il diffusore più potente. E ancora. I numeri utili sono sempliceme­nte inutili, nel senso che sono perennemen­te occupati, chi ci ha provato lo sa bene. È così complicato prendere tanti ragazzi da mettere in una sala della Regione con un pc per rispondere a tutte le chiamate? Un call center dell’emergenza, non è difficile. Le autonomie consentono agli assessori di muoversi con relativa libertà, sempre nell’ambito del rapporto con il ministero. Non funziona? Si abbia il coraggio di ammettere che un servizio sanitario nazionale è mille volte meglio di tanti regionali da strappare alle lottizzazi­oni politiche. Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti. Ultimo, il sistema dei media sta mostrando falle preoccupan­ti. Soprattutt­o per le sciocchezz­e e i fake che - quotidiana­mente - si leggono sui social. Stabilire una comunicazi­one unica al gorno e poi tutti al lavoro non sarebbe una soluzione informativ­a più corretta per tutti?

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