Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Viaggi, agenzie vuote Cifali e l’ufficio deserto: peggio dell’11 settembre
BARI Le sette linee telefoniche dell’agenzia «Cifali, viaggi e Clid srl» di via Quintino Sella a Bari tacciono da giorni. I clienti non prenotano più. Neppure un week end. Al contrario si fanno vivi solo per cancellare un viaggio anche a costo di rimetterci migliaia di euro. L’effetto coronavirus sta producendo effetti devastanti sul turismo anche in Puglia.
È preoccupatissimo Maurizio Cifali, direttore dell’omonima agenzia che, fino a qualche giorno insieme ai suoi sette dipendenti, doveva gestire le centinaia di telefonate giornaliere oltre a tutti i clienti che entravano in agenzia.
«Siamo tutti nelle stesse condizioni a Bari, siamo in ginocchio e se il telefono non squilla più vuol dire che la situazione è davvero molto grave. Questa volta è diverso». Cosa intende?
«Ciò che sta accadendo non è lontanamente paragonabile neppure agli attentati dell’11 settembre del 2001. La paura dei clienti in quel caso durò dieci giorni poi tutto si normalizzò. La cosa che invece adesso più spaventa, è l’incertezza. È il fatto che non ci sia un messaggio chiaro e che le informazioni sono fuorvianti. In tv c’è da una parte un virologo
che spiega che si tratta di una semplice influenza e dall’altra un altro che dice esattamente il contrario».
In questi giorni quindi state lavorando solo per le cancellazioni dei viaggi?
«Sì purtroppo. Proprio stamattina (ieri ndr) ho cancellato il viaggio ad una coppia che doveva andare in Perù. Un viaggio di 5mila euro. Sono rimasto senza parole quando la ragazza mi ha spiegato la ragione di questa scelta».
Cioè quale?
«Ha detto “non parto perché altrimenti quando torno infetto tutta la mia famiglia”. Parliamo del Perù, non della Cina. Siamo arrivati ad un livello di isteria incredibile. Io posso consigliare ad un cliente di partire comunque, ma ad un certo punto mi devo fermare. Quando vedo che il fattore psicologico è più forte. Di questo passo le agenzie finiranno per chiudere. Qualcuno deve fermare tutto questo».
Quindi cosa si dovrebbe fare per ritrovare il giusto equilibrio?
«Il Governo dovrebbe dire chiaramente che si può viaggiare e prendere un aereo oppure che non si può fare. È necessario però che prenda una posizione. Così sappiamo cosa rispondere ai clienti che ci fanno tante domande. È troppo comodo non dire nulla. Il nostro Governo dovrebbe prendere esempio dalla Norvegia».
Si spieghi meglio
«Sul sito dell’ambasciata norvegese in Italia c’è scritto che le zone italiane interessate al virus non sono turistiche e che quindi in Italia si può tranquillamente viaggiare. La Norvegia si è presa evidentemente la responsabilità di dire ai suoi cittadini: “In Italia potete andare”».
❞ Maurizio Cifali Non c’è un messaggio chiaro, il governo dovrebbe dire come stanno le cose