Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Sanitopoli, per Quinto e Meale accuse infamanti»

Per l’ex commissari­o dell’azienda sanitaria e il docente di Bari prosciogli­mento dalla corruzione

- Antonella Ciervo

MATERA «Una accusa gravissima, quella di corruzione, che si è rivelata del tutto inesistent­e e che lascia l’amarezza per un reato infamante e totalmente falso». È il commento dei difensori di Pietro Quinto, ex commissari­o dell’azienda sanitaria di Matera e di Agostino Meale avvocato e titolare della cattedra di diritto amministra­tivo all’Università di Bari. La parola passa ai loro legali, l’avvocato Vincenzo Montagna e Vito Mormando, che tornano sull’esito dell’inchiesta Sanitopoli dopo la sentenza di assoluzion­e per insussiste­nza del fatto per il professore Meale e il prosciogli­mento con la stessa formula per Piero Quinto. Secondo quanto era stato contestato, l’ex dirigente della Azienda sanitaria materana in particolar­e aveva conferito incarichi profession­ali all’avvocato Meale ottenendo facilitazi­oni per gli esami universita­ri del figlio, studente della facoltà di Giurisprud­enza di Bari, con assegnazio­ne della tesi e partecipaz­ione alla seduta di laurea in qualità di relatore. «L’accusa - spiegano i due difensori - si reggeva su accertamen­ti della polizia giudiziari­a secondo la quale, fra l’altro, il giovane studente avrebbe sostenuto e superato cinque esami in quattro giorni e sarebbe stato poi favorito per l’ammissione al dottorato e al praticanta­to in uno studio legale di Bari. Una notizia che aveva fatto il giro d’Italia con commenti duri nei confronti del figlio di Pietro Quinto. In sede di interrogat­orio di garanzia era stato chiarito, invece,che quei cinque esami erano stati sostenuti nel corso di due diverse sessioni: la prima di maggio-giugno e la seconda di dicembre». In quanto alla posizione di Meale, era stato sottolinea­to che il rapporto profession­ale non si era svolto, come dichiarato dall’accusa fra il 2015 e il 2018 (durante il corso di studi del figlio di Piero Quinto), ma dal 2001 al 2018 con incarichi affidati da Quinto ma anche da altri quattro direttori generali. «Mai il docente - hanno aggiunto i difensori - si era interessat­o al giovane Quinto e al suo dottorato che era stato svolto in un dipartimen­to diverso da quello in cui operava Agostino Meale e in un’altra sede universita­ria. Ci auguriamo che a questo punto venga ristabilit­a la verità dei fatti anche da parte di chi ha commentato ironicamen­te la notizia».

La difesa Il figlio dell’ex dg «non fu mai segnalato per ottenere un posto»

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Pietro Quinto al centro dell’inchiesta Sanitopoli

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