Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Sanitopoli, per Quinto e Meale accuse infamanti»
Per l’ex commissario dell’azienda sanitaria e il docente di Bari proscioglimento dalla corruzione
MATERA «Una accusa gravissima, quella di corruzione, che si è rivelata del tutto inesistente e che lascia l’amarezza per un reato infamante e totalmente falso». È il commento dei difensori di Pietro Quinto, ex commissario dell’azienda sanitaria di Matera e di Agostino Meale avvocato e titolare della cattedra di diritto amministrativo all’Università di Bari. La parola passa ai loro legali, l’avvocato Vincenzo Montagna e Vito Mormando, che tornano sull’esito dell’inchiesta Sanitopoli dopo la sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto per il professore Meale e il proscioglimento con la stessa formula per Piero Quinto. Secondo quanto era stato contestato, l’ex dirigente della Azienda sanitaria materana in particolare aveva conferito incarichi professionali all’avvocato Meale ottenendo facilitazioni per gli esami universitari del figlio, studente della facoltà di Giurisprudenza di Bari, con assegnazione della tesi e partecipazione alla seduta di laurea in qualità di relatore. «L’accusa - spiegano i due difensori - si reggeva su accertamenti della polizia giudiziaria secondo la quale, fra l’altro, il giovane studente avrebbe sostenuto e superato cinque esami in quattro giorni e sarebbe stato poi favorito per l’ammissione al dottorato e al praticantato in uno studio legale di Bari. Una notizia che aveva fatto il giro d’Italia con commenti duri nei confronti del figlio di Pietro Quinto. In sede di interrogatorio di garanzia era stato chiarito, invece,che quei cinque esami erano stati sostenuti nel corso di due diverse sessioni: la prima di maggio-giugno e la seconda di dicembre». In quanto alla posizione di Meale, era stato sottolineato che il rapporto professionale non si era svolto, come dichiarato dall’accusa fra il 2015 e il 2018 (durante il corso di studi del figlio di Piero Quinto), ma dal 2001 al 2018 con incarichi affidati da Quinto ma anche da altri quattro direttori generali. «Mai il docente - hanno aggiunto i difensori - si era interessato al giovane Quinto e al suo dottorato che era stato svolto in un dipartimento diverso da quello in cui operava Agostino Meale e in un’altra sede universitaria. Ci auguriamo che a questo punto venga ristabilita la verità dei fatti anche da parte di chi ha commentato ironicamente la notizia».
La difesa Il figlio dell’ex dg «non fu mai segnalato per ottenere un posto»