Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Gesmundo lancia l’allarme «Qui zona rossa del lavoro»
Il leader della Cgil: «Qui danni come in Lombardia»
L’emergenza sanitaria del coronavirus avrà un impatto devastante sull’economia turistico-culturale pugliese. Dalle disdette fino al 100% delle prenotazioni negli alberghi e villaggi allo stop delle gite scolastiche e al crollo di presenze nei cinema: uno scenario le cui ricadute sul territorio saranno reali quando le aziende cominceranno a chiudere i bilanci in rosso o con un evidente calo di fatturato. Uno scenario drammatico ma molto realistico tanto che il governatore Michele Emiliano, di concerto con l’assessore all’Industria turistica e culturale Loredana Capone, ha deciso di anticipare i tempi e di chiedere - con una lettera - al ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini, l’adozione di misure urgenti e risorse per tutelare nei prossimi due mesi la grave crisi occupazionale che colpirà il comparto turistico. Due richieste su tutte: la sospensione del pagamento delle imposte dirette e indirette e l’accesso per le imprese agli ammortizzatori sociali. Al ministro Franceschini il governatore ha chiesto anche la dotazione di un contributo straordinario, per mancati incassi nel settore cultura e spettacolo che è di oltre 5 milioni di euro. Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, chiosa: «La Puglia deve essere equiparata alla zona rossa di Lombardia e Veneto».
Segretario Gesmundo, in queste ore il governo sta per varare un decreto legge per l’emergenza economica dovuta al coronavirus: stop a tasse, mutui e bollette, più credito alle imprese e cig per i lavoratori. Il governatore Emiliano ha chiesto misure anche per la Puglia. Qual è lo scenario?
«In Italia il comparto turistico vale 13 punti di Pil, in Puglia sono 9. Tanti, tantissimi. Al netto di lavoratori in nero e irregolari, in Puglia gli addetti del turismo sono 50 mila e 60 mila quelli del comparto cultura e spettacoli. Sono in tutto 110 mila addetti».
Gli operatori economici del settore parlano di disdette fino al 100 per cento nel periodo pasquale.
«A Pasqua sono state annullate quasi tutte le prenotazioni e con lo stop alle gite scolastiche i danni sono ingentissimi. Siamo preoccupati perché qui non si tratta di crisi strutturate come per le fabbriche ma di tantissime piccole attività, come alberghi e ristoranti, che manderanno a casa i lavoratori».
Ecco perché auspicate parità di trattamento con le imprese della zona rossa dove si è sviluppato il focolaio del coronavirus?
«Lo strumento è quello della cassa integrazione in deroga. Lo ha chiesto anche il governatore Michele Emiliano nella sua lettera al ministro Franceschini».
C’è il rischio che la ricaduta economica possa esserci anche per altri settori?
«In questo momento soffrono molto l’agroindustria, il comparto meccanico e quello farmaceutico. Le aziende hanno difficoltà a trovare le materie prime perché di solito arrivano dalla Cina. Certo, se l’emergenza dovesse proseguire, ci saranno contraccolpi anche per gli altri settori».
❞ Tra turismo e cultura i potenziali addetti quasi 110 mila Ma molti sono nel sommerso o irregolari E in futuro a rischio altri settori