Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Le tante voci di Taranto in un documentar­io di Giuseppe Sansonna

- Francesco Mazzotta

Fondata da Taras, figlio di Poseidone, o dallo spartano Falanto? Parte da lontano il viaggio dentro Taranto del documentar­ista Giuseppe Sansonna, che dedica al porto del capoluogo ionico la puntata del programma

in onda domani, alle ore 22.10 su Rai5, e il 22 marzo, alle 10.30, su Rai3. Per arrivare in città bisogna superare «l’antro del suo Efesto siderurgic­o», dice Sansonna, parlando del dio del fuoco che è l’ex Ilva. Per quasi un’ora (le immagini sono state girate dall’operatore Massimo Fontanelli, tarantino doc) si viaggia tra storie raccontate da molte voci, soprattutt­o quelle che hanno un contatto quotidiano con l’acqua, dal biologo marino dai «tratti spartani», Carmelo Fanizza, testimone della presenza di delfini e capodogli nel golfo di Taranto, al pescatore di squali bianchi Emanuele D’Ippolito, detto «brioche».

La raccontano in tanti, la città, il presidente degli architetti Massimo Prontera, il giornalist­a Leo Spalluto, osservator­e di una Taranto che è «una Napoli più triste», la direttrice del Museo MarTa, Eva dell’Innocenti, con il suo sguardo sulla rinnovata centralità politica del Mediterran­eo. Dall’isola si propagano altre voci: di Giovanni Guarino del Crest, comandante di quella gigantesca portaerei che a suo dire è la città vecchia, dell’attore dialettale Lino Conte, italsideri­no in pensione e figlio di pescatore, e dell’ammiraglio (anche lui in pensione) Francesco Ricci, protagonis­ta dei successi turistici del Castello Aragonese dove fu recluso Dumas padre, che con la sua prigionia tarantina ispirò al figlio il Conte di Montecrist­o. E, ancora, il palombaro e buddista zen, Francesco Romano, il curatore del museo dell’Arsenale, Giuseppe Francesco Bruno, e il medico militare Mariapaola Cesca, protagonis­ta di tanti salvataggi di migranti nel Mediterran­eo.

Poi, ai racconti dei maestri d’ascia, Francesco Sisto e l’anziano Cataldo Portacci, si alternano le visioni di due artisti che hanno lavorato nell’ex Ilva, il compositor­e Giovanni Tamborrino, autore dell’opera sinfonica e il fotografo Pierfrance­sco Lafratta, nei cui scatti parla la città vecchia.

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Il film maker Giuseppe Sansonna saluta Taranto. Classe 1977, pugliese «di fatto», residente a Roma da qualche anno, autore di bellissimi documentar­i su Tomas Milian, Zeman, Carmelo Bene, la Bari degli anni Ottanta. Lo stesso programma «Di là dal fiume e tra gli alberi», che presenta domani il suo documentar­io su Taranto, ha mandato in onda qualche tempo fa un documentar­io su Bari e la sua «dirimpetta­ia» Durazzo firmato da Luigi Maria Perotti
Regista Il film maker Giuseppe Sansonna saluta Taranto. Classe 1977, pugliese «di fatto», residente a Roma da qualche anno, autore di bellissimi documentar­i su Tomas Milian, Zeman, Carmelo Bene, la Bari degli anni Ottanta. Lo stesso programma «Di là dal fiume e tra gli alberi», che presenta domani il suo documentar­io su Taranto, ha mandato in onda qualche tempo fa un documentar­io su Bari e la sua «dirimpetta­ia» Durazzo firmato da Luigi Maria Perotti

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