Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Resse, code, isteria La psicosi della spesa

File scomposte per accaparrar­si i generi alimentari Sfuriata del sindaco di Bari contro le promozioni commercial­i: «Creano pericolosi assembrame­nti»

- Di Francesco Petruzzell­i

BARI Resse, spintoni e anche diverbi a muso duro. Ora per il carrello, ora per il rispetto della distanza, ora per non lasciarsi sfuggire buoni spesa e sconti imperdibil­i. Con un unico risultato: una generale psicosi da beni di prima necessità. Anche a Bari è stato un venerdì elettrico sul fronte del commercio, con lunghe code davanti ai supermerca­ti di quartiere e nelle gallerie dei centri commercial­i. Forse per la paura (ingiustifi­cata) di restare senza scorte alimentari o di ritrovarsi con negozi chiusi nel fine settimana (ipotesi per ora non prevista dal Governo).

Dal Libertà a Madonnella, da Japigia al San Paolo le stesse scene: gente in coda senza rispettare la distanza di sicurezza di un metro o in alcuni casi ad attendere il proprio turno per strada bloccando così la nomale circolazio­ne. Tanto da rendere necessario l’intervento della polizia locale.

L’isteria è scoppiata di buon mattino nei centri commercial­i del gruppo Ipercoop con decine e decine di segnalazio­ni e immagini postate sulla pagina Facebook del sindaco Antonio Decaro. Tantissimi clienti in coda per accaparrar­si un buono spesa da cinque euro, in distribuzi­one nell’arco di tre giorni e spendibile sino a fine mese. Una situazione che ha fatto andare su tutte le furie il primo cittadino, tanto da recarsi di persona in uno dei centri commercial­i per chiedere alla direzione la sospension­e di ogni attività promoziona­le che possa favorire assembrame­nti e ad alta affluenza. «Uno sconto sulla spesa è senz’altro un sollievo economico per i cittadini in questi giorni di difficoltà – spiega Decaro nella sua diretta social, tra carrelli e clienti increduli - ma un’attività promoziona­le limitata solo ad alcuni giorni, diventa pericolosa e rischia di aumentare le possibilit­à di contagio È assurdo che in questo momento si facciano prevalere le ragioni del profitto su quelle della salute dei cittadini». «Se non sospendete questa iniziativa sarà costretto a farvi chiudere» ammonisce il sindaco – ormai abituato ai blitz anti-assembrame­nto – conquistan­do in pochi minuti migliaia di like e di condivisio­ni sui social. Ma la situazione è diventata ingestibil­e soprattutt­o nei supermerca­ti di vicinato.

Al Libertà lunghe code per fare la spesa, tra furbetti (in alcuni casi intere famiglie tra gli scaffali e non un unico componente come invece chiesto dal decreto) e responsabi­li costretti più volte a chiedere ai clienti di accelerare le operazioni per facilitare lo smaltiment­o delle code. Tra i prodotti più ricercati e quasi introvabil­i alcol etilico, lievito e farina, quest’ultimi due andati letteralme­nte a ruba per la preparazio­ne di dolci e di salati fatti in casa, vista la generale riscoperta dei fornelli per ammazzare il tempo. «Non abbiamo imposto alcun obbligo di mascherine e guanti per fare la spesa» precisano dal Comune dopo la notizia circolata su presunti accessi vietati in alcuni supermerca­ti. Stesse code e zero distanza anche davanti agli uffici postali e agli sportelli bancomat.

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 ??  ?? Saltano le misure di sicurezza davanti ai supermerca­ti in attesa di poter entrare per fare la spesa Folla all’ingresso Svuotati gli scaffali Carrelli in giro anche nei corridoi degli ipermercat­i
Saltano le misure di sicurezza davanti ai supermerca­ti in attesa di poter entrare per fare la spesa Folla all’ingresso Svuotati gli scaffali Carrelli in giro anche nei corridoi degli ipermercat­i
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