Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Resse, code, isteria La psicosi della spesa
File scomposte per accaparrarsi i generi alimentari Sfuriata del sindaco di Bari contro le promozioni commerciali: «Creano pericolosi assembramenti»
BARI Resse, spintoni e anche diverbi a muso duro. Ora per il carrello, ora per il rispetto della distanza, ora per non lasciarsi sfuggire buoni spesa e sconti imperdibili. Con un unico risultato: una generale psicosi da beni di prima necessità. Anche a Bari è stato un venerdì elettrico sul fronte del commercio, con lunghe code davanti ai supermercati di quartiere e nelle gallerie dei centri commerciali. Forse per la paura (ingiustificata) di restare senza scorte alimentari o di ritrovarsi con negozi chiusi nel fine settimana (ipotesi per ora non prevista dal Governo).
Dal Libertà a Madonnella, da Japigia al San Paolo le stesse scene: gente in coda senza rispettare la distanza di sicurezza di un metro o in alcuni casi ad attendere il proprio turno per strada bloccando così la nomale circolazione. Tanto da rendere necessario l’intervento della polizia locale.
L’isteria è scoppiata di buon mattino nei centri commerciali del gruppo Ipercoop con decine e decine di segnalazioni e immagini postate sulla pagina Facebook del sindaco Antonio Decaro. Tantissimi clienti in coda per accaparrarsi un buono spesa da cinque euro, in distribuzione nell’arco di tre giorni e spendibile sino a fine mese. Una situazione che ha fatto andare su tutte le furie il primo cittadino, tanto da recarsi di persona in uno dei centri commerciali per chiedere alla direzione la sospensione di ogni attività promozionale che possa favorire assembramenti e ad alta affluenza. «Uno sconto sulla spesa è senz’altro un sollievo economico per i cittadini in questi giorni di difficoltà – spiega Decaro nella sua diretta social, tra carrelli e clienti increduli - ma un’attività promozionale limitata solo ad alcuni giorni, diventa pericolosa e rischia di aumentare le possibilità di contagio È assurdo che in questo momento si facciano prevalere le ragioni del profitto su quelle della salute dei cittadini». «Se non sospendete questa iniziativa sarà costretto a farvi chiudere» ammonisce il sindaco – ormai abituato ai blitz anti-assembramento – conquistando in pochi minuti migliaia di like e di condivisioni sui social. Ma la situazione è diventata ingestibile soprattutto nei supermercati di vicinato.
Al Libertà lunghe code per fare la spesa, tra furbetti (in alcuni casi intere famiglie tra gli scaffali e non un unico componente come invece chiesto dal decreto) e responsabili costretti più volte a chiedere ai clienti di accelerare le operazioni per facilitare lo smaltimento delle code. Tra i prodotti più ricercati e quasi introvabili alcol etilico, lievito e farina, quest’ultimi due andati letteralmente a ruba per la preparazione di dolci e di salati fatti in casa, vista la generale riscoperta dei fornelli per ammazzare il tempo. «Non abbiamo imposto alcun obbligo di mascherine e guanti per fare la spesa» precisano dal Comune dopo la notizia circolata su presunti accessi vietati in alcuni supermercati. Stesse code e zero distanza anche davanti agli uffici postali e agli sportelli bancomat.