Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il manager di divani e salotti realizza (e dona) mascherine
Contro il virus Tito Di Maggio pronto a produrre anche grembiuli medici
MATERA Potrebbero entrare in lavorazione già dalla prossima settimana le 10 mila mascherine al giorno che la Sofaland ha messo a punto e che realizzerà nello stabilimento materano. L’azienda, nata nel 1991, si trova nella zona industriale di La Martella e produce salotti ma in piena emergenza coronavirus ha risposto all’appello del Governo e adeguato la sua filosofia, decidendo di impegnarsi nella realizzazione di questi fondamentali strumenti di tutela e protezione contro il Covid19. «In questo momento ognuno di noi deve impegnarsi e fare la propria parte», spiega Tito Di Maggio, amministratore unico dell’azienda che illustra come è nato il progetto che potrebbe contribuire a ridurre la mancanza di mascherine sanitarie. La scarsa disponibilità di presidi di protezione, in particolare per medici, infermieri, volontari e rappresentanti delle forze dell’ordine sta diventando il drammatico corollario di queste settimane, accanto alla conta delle vittime. «Con un tessuto particolare che abbiamo in azienda - spiega ancora Di Maggio - abbiamo realizzato un campione completo di elastici e lo abbiamo inviato all’Istituto Superiore di Sanità per l’autorizzazione a produrlo». In attesa del sì, la lavorazione comunque può partire con una autocertificazione in deroga al decreto del Consiglio dei ministri che dimostri comunque il rispetto dei requisiti di sicurezza del prodotto realizzato. Sotto il profilo normativo, intanto l’Istituto Superiore della Sanità ha istituito un apposito gruppo di lavoro, «dispositivi medici Covid-19», in costante contatto con il ministero della Salute, la Protezione Civile, Confindustria Dispositivi Medici ed altri organi a cui spetterà valutare l’utilizzo di maschere prive di marchio Ue, limitatamente al periodo eccezionale che stiamo vivendo. Già questo lunedì, intanto, Di Maggio incontrerà le «maestre» dell’azienda a cui ha chiesto di progettare anche i grembiuli utilizzati dai sanitari e che, anche in questo caso, dovranno rispettare precise caratteristiche per poter essere distribuiti. «Tutta la linea di produzione - chiarisce Di Maggio - a cui lavoreranno 10 cucitrici, viene realizzata con doppia rete di protezione e dunque può essere utile a tutti coloro che ogni giorno lavorano a contatto con contagiati o persone che si sospetta siano infette. Stiamo vivendo un momento drammatico e per questo ho ritenuto che la nostra azienda avesse le caratteristiche per diversificare la produzione, che in questo momento è ridimensionata, e lavorare per la comunità».
L’aumento repentino di contagiati da coronavirus in Basilicata impone decisioni immediate che sostengano proprio le categorie che lavorano ogni giorno in prima linea negli ospedali lucani. La mancanza di mascherine, anche nell’ospedale di Matera è stata più volte segnalata anche da una nota della Fials (federazione italiana autonomie locali e sanità) che nelle scorse settimane segnalava i casi di operatori sanitari, medici e infermieri che lavoravano senza mascherine, presidio che invece è obbligatorio in questo momento. In un recente appello proprio il segretario generale di Matera, Gianni Sciannarella aveva ricordato che la Asm aveva emanato una circolare per ridurre l’utilizzo dei dispositivi di protezione da parte dei sanitari ai soli casi in cui è conclamato il contagio. «Invece - aveva detto Sciannarella - bisogna considerare tutti i pazienti potenzialmente infetti e dotare, per questo, tutti i dipendenti della sanità di appositi strumenti di protezione individuale. Le ordinanze non servono a niente - aveva concluso - se poi non difendiamo tutti gli operatori di questo settore».
❞ La linea Possiamo realizzarne 10 mila al giorno. In questo momento ognuno deve fare la sua parte