Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ira del poliziotto: ho atteso tre giorni per il tampone

A Canosa agente contagiato E per altri 5 c’è la quarantena

- Di Giuseppe Di Bisceglie

CANOSA I sintomi c’erano tutti. Il timore di essere stato contagiato dal coronaviru­s non era infondato. Per questo motivo un agente della polizia di Canosa si è presentato al pronto soccorso di Barletta, lunedì scorso, per essere sottoposto a tampone.

«Arrivato al pre-triage mi hanno però detto che mi avrebbero sottoposto ad un esame preliminar­e, l’emogasanal­isi arteriosa. Ad una mia richiesta di chiariment­o mi è stato riferito che la prassi era quella e che se non intendevo all’esame potevo andar via. E così ho fatto», racconta non senza disappunto il poliziotto.

Con la speranza nel cuore che quella febbre che ormai da giorni lo tormentava non fosse conseguenz­a del tremendo virus, l’agente ha atteso per tre giorni, sino a quando ha deciso di rivolgersi al pronto soccorso di Andria. Qui gli è stato somministr­ato il tampone senza necessità di altri esami preventivi. L’esito è stato quello che non avrebbe mai voluto: positivo al Covidtribu­to 19. «Avrei potuto saperlo già diversi giorni prima, invece mi hanno lasciato andare via. Sono andato al pronto soccorso perché avevo bisogno di un aiuto, perché avvertivo dei sintomi che non mi lasciavano tranquillo. Temevo per la mia salute e per quella di coloro che erano stati a contatto con me», si sfoga l’agente.

Da alcuni giorni il poliziotto è in quarantena a casa, così come previsto dal protocollo sanitario. Le sue condizioni di salute non sono tali da richiedere un ricovero ospedalier­o. A casa sono rimaste anche quelle persone con le quali aveva avuto contatti negli ultimi giorni, compresi anche dei colleghi del commissari­ato. «Cinque o sei in tutto», spiega il poliziotto. Divise che ora, pur non avendo per fortuna contratto il virus, sono costrette a rimanere ferme in isolamento fiduciario e a far mancare il loro prezioso consottopo­rmi

sulle strade, negli uffici di pubblica sicurezza, in un momento in cui si richiede persino la presenza dell’esercito per far fronte alle esigenze dettate dall’emergenza. «Ora vorrei soltanto che questo incubo passi il prima possibile e tornare alla vita di sempre» è il desiderio del poliziotto.

Una situazione che ricorda quella di Cerignola, a soli 20 chilometri da Canosa. Qui, a causa della positività al Covid 19 di un agente di Polizia Locale, il Comando è stato chiuso in via cautelativ­a. Riaprirà il 24 marzo e sino al 27 marzo gli agenti effettuera­nno un servizio ridotto.

Per gli agenti, in quanto operatori di servizi pubblici essenziali, non scatta la quarantena. Il timore di contagi, però, soprattutt­o per chi è esposto ai contatti col pubblico, è sempre vivo.

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