Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Dall’elettronica Norvegia cartoline sonore con neve
La temporanea chiusura, causa coronavirus, dei pochi negozi di dischi sopravvissuti alla grande trasformazione di questi anni rischia di rappresentare un punto di non ritorno nella diffusione della musica. Tante uscite già programmate saltano, vengono rinviate oppure sdoppiate in una «prima» solo digitale, in rete, seguita a distanza dalla pubblicazione su supporto fisico; accadeva già prima, ma ora rischia di farsi prassi comune. Ad esempio, l’album di Eivind Aarset e Jan Bang, Snow Catches on Her Eyelashes (che potremmo tradurre come «Tracce di neve sulle sue ciglia»), è uscito il 13 marzo in digitale, mentre in cd e in vinile sarà disponibile dal 17 aprile. L’etichetta è la Jazzland, norvegese come i due protagonisti: siamo sulla frontiera più avanzata della musica elettronica europea, almeno in ambito jazz o vicino al jazz. Cioè a dire bordoni e glitch, ritmi sintetici e rumore bianco coniugati con l’improvvisazione e il gusto dell’azzardo. Aarset nasce chitarrista aggressivo e acido; grazie all’elettronica ha dilatato all’infinito le possibilità del suo strumento. Maniaco del sampling, Bang è invece uno smanettatore e producer noto tra l’altro per aver fondato nel 2005 a Kristiansand il Punkt Festival, grande laboratorio dell’innovazione. Dopo essersi incontrati e aver collaborato molte volte in progetti altrui, Aarset e Bang arrivano ora al disco pensato e realizzato insieme, con l’aiuto di ospiti di livello (il meglio del catalogo Jazzland); emerge così la loro idea di musica visionaria e umorale, attraversata da lontani echi folclorici, tagliata da lame di luce (Asphalt Lake) o immersa in cupe ombre (Monochrome), per un ascolto sempre ricco d’incanti e sorprese.