Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Via libera ad altri trecento posti letto
Piano della Regione su una proiezione di 4 mila contagi. Lopalco: ma situazione sotto controllo
Altri sei morti, di cui quattro nel Foggiano, e 120 nuovi casi di contagio (per un totale di 906). Il coronavirus non concede tregua neppure in Puglia, anche se il professor Lopalco ad affrettare che rispetto alle previsioni - la situazione resta sotto controllo. La Regione però si attrezza e su una base potenziale di 4 mila contagi attiva trecento posti letto in più. Scarseggiano i respiratori.
BARI Diagrammi, calcoli, timori e speranze. In Regione sono i punti cardinali di queste giornate. C’è un unico dato fermo: non c’è alcuna certezza su come l’epidemia possa piegare. Per questo ci si prepara ad ogni evenienza, anche la peggiore, con l’auspicio che non si verifichi.
Le valutazioni sono indotte da varie situazioni: il numero dei contagi (più basso rispetto alle previsioni) e la cifra dei ricoveri e del ricorso alla terapia intensiva (superiori alle aspettative). Inoltre si continua a guardare con una certa apprensione la partita LecceAtalanta, del primo marzo scorso, quando varie centinaia di tifosi bergamaschi (alcuni con famiglie al seguito) si trattennero per un paio di giorni in Puglia. Si aspetta di valutare se qualche eventuale contagiato, poco o per nulla sintomatico, sfuggito alla rilevazione, abbia innescato una catena di infezioni. Per ora le notizie non sembrano allarmare.
Per tutti questi motivi si è deciso di potenziare il piano di contrasto al Covid 19, a neppure una settimana di distanza dalla presentazione. Lunedì 16 marzo fu modellato uno scenario da duemila contagi, ora se ne prefigurano quattromila. Il modello prevede sempre che la metà dei contagiati possa necessitare di ricovero e il 20% degli ospedalizzati anche di terapia intensiva, l’aspetto che più preoccupa. Si passerebbe da un fabbisogno di 200 a 400 letti in terapia intensiva (per ora ce ne sono una sessantina).
Si è già cominciato nei giorni scorsi a potenziare il piano. In questa direzione muovono due decisioni: aver inserito nella rete Covid anche Casa sollievo di San Giovanni Rotondo con 150 posti letto ulteriori e aver potenziato il plesso di Asclepios al Policlinico di Bari, passato da 120 a 250 (+130). In pratica circa 280 letti in più che si sommano ai previsti 1.215 (306 di terapia intensiva, 909 di Pneumolovenzionate gia e Malattie infettive).
A questi vanno poi aggiunti i previsti 500 letti per la post acuzie, la fase di convalescenza per i guariti che sono ancora contagiosi. Ma anche questi sono già in fase di revisione: a Taranto, per esempio, i 32 posti indicati a Massafra e Mottola saranno sistemati nell’ospedale Moscati (che così diventa totalmente Covid tra acuzie e post acuzie). Per completare l’operazione si sono trasferiti in cliniche con
i reparti di Ematologia e Oncologia.
La preoccupazione, come detto, resta ancora quella delle Terapie intensive. Il direttore del dipartimento, Vito Montanaro, aveva annunciato l’acquisto di 225 ventilatori polmonari per altrettanti letti di terapia intensiva ancora da attivare (sui 306 previsti). Nei giorni scorsi ne sono stati reperiti solo nove. Il professor Marco Ranieri, neo consulente della Regione per il coordinamento della rete delle terapie intensive, dovrà faticare non poco per rendere efficace il sistema. In caso di necessità potrebbe suggerire l’acquisto del dispositivo, da lui ideato, che consente di collegare due pazienti alla stessa macchina.
Ieri il bollettino della Regione ha riportato sei decessi e 120 nuovi casi di contagio (il totale dei positivi sale a 906). La serie è costante: 103 il 20 marzo, 94 il 21 marzo, 111 il 22 marzo, ieri 120. «Siamo in una fase di crescita costante – dice l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, a capo della task force regionale – ma non c’è un incremento esponenziale e gli scostamenti da un giorno all’altro non sono significativi. È un dato confortante, che ci dà respiro rispetto alla necessità di potenziare la rete regionale di assistenza. L’asticella dei pazienti infetti si sta alzando ma un po’ meno rispetto alle previsioni. Avevamo previsto duemila contagi al 25 marzo, siamo al di sotto di quel numero. Tuttavia questi dati, seppure confortanti, non ci devono far stare tranquilli. Bisogna continuare a stare a casa e non mollare la presa sull’attività di prevenzione affidata a ciascuno di noi».
Basta osservare i grafici per rendersi conto della necessità di essere diligenti: la crescita delle infezioni si è impennata, anche se resta molto lontana dai numeri lombardi. Deve far riflettere il numero degli ospedalizzati: al 22 marzo erano 252. I ricoverati in terapia intensiva 37: la guardia deve restare alta.