Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Focolaio al don Guanella Un morto, nove positivi e il personale nel panico
È allarme nella residenza per anziani di Bari Per molti dipendenti scatta l’isolamento Il coordinatore Tarantino: «La Asl non ci lasci soli»
Dopo la morte di un 85enne, avvenuta domenica, altri nove casi di positività si sono registrati all’interno del centro per anziani don Guanella di Bari. Panico tra familiari e personale. Molti dipendenti della struttura si sono messi in auto quarantena. Il coordinatore sanitario Tarantino denuncia: «La Asl ci ha lasciati da soli. Ci servono dispositivi di protezione e altri assistenti. Il rischio contagio è altissimo.
BARI «Mi creda, in questo momento ho una situazione difficile da gestire. Dio la benedica». Il direttore sanitario dell’Opera don Guanella di Bari, don Santino Maisano, non ha molta voglia di parlare. Anzi, nessuna. E si capisce perché. Dopo la morte di un ospite 85enne del centro per anziani, trasferito in ospedale una settimana fa e risultato poi positivo al Covid-19, il centro per anziani che dirige deve fare i conti con altri nove contagiati, tra cui egli stesso e altri ospiti della struttura, tra i quali anche un centenario.
Non solo. A quanto sembra, queste positività acclarate e attualmente in isolamento all’inospiti terno della struttura, rappresenterebbero solo la punta dell’iceberg. Fuori, in auto-quarantena nelle loro abitazioni, ci sarebbero altri lavoratori del centro, alcuni positivi al tampone e altri a rischio contagio perché in diretto contatto con l’85enne deceduto. Un focolaio che desta molta preoccupazione. «Capisce che sto facendo fronte a una situazione difficile – spiega il coordinatore sanitario, Antonio Tarantino – devo gestire una struttura con 87 e circa 50 dipendenti e sto cercando di rincuorare anche i familiari». Insomma, la situazione «è di estremo allarme – continua Tarantino -. Ci sono persone positive al Covid-19, fragili, che sono affidate alle nostre cure e che dobbiamo assistere perché non sono talmente gravi da essere ricoverate in ospedale, ma che vanno monitorate attentamente e costantemente. Oltre a loro, ci sono gli altri ospiti con le loro patologie che vanno preservati e mantenuti a distanza di sicurezza tra loro».
Per non parlare del personale. «Qualcuno si è già assentato – sottolinea il coordinatore sanitario – o per paura o per altri motivi. Il problema, però, è che il lavoro è aumentato e il personale si è ridotto». E non si trova facilmente «perché molti si tirano indietro - dice Tarantino -. Ieri sera, per fortuna, una giovane donna, che ho ringraziato per la responsabilità, ha risposto positivamente alla nostra chiamata e oggi (ieri, ndr) ha già preso servizio».
Restano le perplessità su come il contagio possa essere entrato nel centro per anziani. «La struttura - spiega Tarantino - ha rispettato tutte le disposizioni. Però, questo non è un carcere, le persone vivono in comunità. La persona che poi purtroppo è morta, aveva patologie pregresse molto gravi, era in ossigenoterapia permanente. È stato portato tramite il 118 in ospedale per altri motivi e solo allora è risultato positivo al Covid-19. Precedentemente ci sono state delle commistioni. Oggi sono tutti isolati. E non le dico con che pena».
Tarantino punta il dito contro la Asl. «Mentre inizialmente è stata sensibile, è venuta in sede immediatamente e ha detto di sottoporre a tampone tutti gli ospiti e il personale – racconta - poi si è defilata. I tamponi sono stati fatti solo ai sintomatici. Questo ha creato panico». I pazienti positivi per il momento affrontano il virus senza gravi problemi. «Ma il rischio contagio è altissimo – dice Tarantino –, per esempio adesso ho tre pazienti autosufficienti in un altro piano della struttura con febbre che mi preoccupano molto». Il coordinatore sanitario del don Guanella smentisce di essere risultato positivo al test. «Per ora non lo sono – dice – ma potrei esserlo domani. Sto continuando a fare il mio lavoro e non posso fare altrimenti. Rivolgo un appello alle istituzioni preposte, alla Asl perché non ci lasci soli. Abbiamo bisogno anche dei dispositivi individuali di protezione. È una situazione inverosimile. Per carità – conclude Tarantino – sappiamo che è così anche negli ospedali pubblici e tra i medici di base. Pensi che io sto prestando tuta, calzari, occhiali, guanti e mascherina a un medico di base che deve andare a visitare un paziente allettato con piaghe da decubito e che non ha nulla».
Intanto, si registra un secondo caso positivo al Covid19 anche all’Opera Don Uva di Bisceglie, nello stesso reparto del primo contagiato.