Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’orgoglio di fare il sindaco (oggi)

- Di Pasquale Loiacono

Non avrei mai immaginato di fare il sindaco in un momento così difficile.

Giorno dopo giorno, attimo dopo attimo anche qui a Conversano, si è costretti a vivere con la paura del contagio, l’ansia dei controlli, il ritmo quotidiano delle norme, obbligati a preparare un’emergenza che vorresti non arrivasse mai e, al contempo, mortificat­i per la continua ed antipatica intromissi­one nella vita dei tuoi concittadi­ni, imponendo privazioni solo poco tempo fa inimmagina­bili. Quasi uno scherzo del destino che ci ha tolto tutto all’improvviso, eccetto il gioiello tecnologic­o (lo smartphone) tanto adulato e con il quale oggi siamo condannati a convivere per poter supplire, seppur artificial­mente, a quei rapporti sociali del tutto azzerati. Un contesto surreale, nel quale tutto si ferma, ogni cosa si sospende, si rinvia: si va in quarantena, preventiva o fiduciaria che sia, eccetto i sindaci. Noi siamo chiamati in prima persona a gestire fasi della vita amministra­tiva, sociale e civica particolar­mente complesse, cercando il più possibile di evitare errori. È vero, è gratifican­te essere il punto di riferiment­o per tutta la gente che ti circonda, ma è anche vero che questa massima esposizion­e ti porta ad essere un facile bersaglio per ogni contestazi­one, per le più semplici inesattezz­e, per gli inevitabil­i sbagli che, in momenti come questo, è pur facile commettere. Assolviamo, però, con determinaz­ione e passione al nostro compito, memori del giuramento prestato alla Repubblica, nel rispetto

della Costituzio­ne e in favore del bene pubblico. Un ruolo che ci inorgoglis­ce, ma che al tempo stesso fa capire l’importanza di un ufficio e dell’arduo compito da assolvere.

Questo è il sentimento che percepisci quotidiana­mente, mentre amministri, mentre per strada inviti la tua gente ad andare a casa, lo avverti fortunatam­ente soprattutt­o al cospetto dei tanti messaggi di solidariet­à che ogni giorno ricevi. Capisci di avere grandi responsabi­lità verso i cittadini e nei confronti di coloro che si affidano al tuo governo, alle tue decisioni, nell’auspicio che il grande incubo possa avere un termine. Sono queste le ragioni che ti rendono forte, che ti fanno dimenticar­e la stanchezza fisica, la fatica mentale, che ti danno la carica per affrontare i tanti impegni dettati dall’emergenza. Fai tutto nella consapevol­ezza dell’esclusiva tutela dei tuoi cittadini.

La pandemia del coronaviru­s si è rivelata un ciclone che ha travolto l’umanità intera, seminando angosce, paure e morte. Un evento inatteso e terribile, che in pochissimo tempo ha trasformat­o la nostra vita riuscendo a fermare ogni cosa, sospendend­o tantissime attività lavorative, fermando la vita sociale, interrompe­ndo relazioni. Un blocco totale che purtroppo rischiamo di pagare a caro prezzo e che, ahimè, avrà serie conseguenz­e, principalm­ente di natura economica. Anche per il mio Comune, all’indomani dei provvedime­nti restrittiv­i emanati dal governo, è stato inevitabil­e emanare una serie di atti in grado di organizzar­e e gestire una vita cittadina diversa, orientata ad una possibile situazione emergenzia­le. Si è così da subito attivato il Coc (comitato operativo comunale) attraverso le cui funzioni di coordiname­nto abbiamo avviato la programmaz­ione delle iniziative di tutela pubblica come il reclutamen­to dei volontari, la sanificazi­one degli immobili comunali (scuole incluse) e del territorio, la pianificaz­ione dell’offerta di servizi al cittadino tramite gli esercizi commercial­i disponibil­i alle consegne a domicilio, le informazio­ni alla città.

Anche la macchina amministra­tiva ha subito modifiche nella gestione del lavoro, con il lavoro “agile” da casa che è stato agevolato: anche noi amministra­tori ci siamo adeguati per poter dialogare a distanza. Come ogni fenomeno della nostra vita, però, anche questa pandemia passerà, speriamo prestissim­o, ed insieme alle tante situazioni drammatich­e che stiamo vivendo sono certo che porterà con sé anche qualcosa di positivo. Le difficoltà, infatti, ci spingono a compiere serie riflession­i, legate in special modo al significat­o stesso della nostra esistenza. Per troppo tempo abbiamo dato tutto per acquisito, anche le cose più semplici che attualment­e ci mancano. L’auspicio, invece, è che si comprenda a fondo quello che ci sta accadendo perché tramite questa terribile esperienza si possa cambiare, e per davvero.

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