Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Le estrazioni non si fermano Duemila persone in Val d’Agri
Le estrazioni di petrolio non si fermano anche se il lavoro è ridotto di molto, almeno del 50%, come fanno sapere da Eni. Ma questo non garantisce la sicurezza che si aspettano i lavoratori, le loro famiglie e anche buona parte dei cittadini della regione. La premessa da fare è che al centro Oli e in tutta la Val d’Agri, dove ci sono le maggiori estrazioni della regione, si cerca di rispettare tutti protocolli previsti per la sicurezza. Lo dice l’Eni che ha inviato diverse note nelle quali ribadisce che riducendo il numero dei lavorati impiegati, si riduce in automatico anche la possibilità di avvicinamento. Anche se però è inevitabile. Chi si aspettava che il presidente Conte bloccasse anche le estrazioni di petrolio deve ricredersi. Le estrazioni, secondo il governo, rientrano nei servizi essenziali per il paese. Ma i sindacati lanciano l’allarme sicurezza. In Val d’Agri, attorno alle estrazioni del petrolio girano circa 2 mila persone. Oltre agli operai ci sono anche i trasportatori che poi dalla Basilicata raggiungono tutta l’Italia, da nord a sul del Paese.
Intanto l’assessore all’ambiente della regione Basilicata Gianni Rosa ha chiesto chiarimenti alla Total sulla fiammata al Centro olio di Corleto Perticara (Tempa Rossa) che si sarebbe verificata giovedì scorso. Con una lettera inviata sabato l’ufficio ambientale ha chiesto alla Total, nello specifico, di fornire non oltre 10 giorni una relazione sulle cause che hanno indotto l’evento, la stima della tipologia e quantità di inquinanti rilasciati nell’ambiente e la descrizione delle azioni correttive eventualmente intraprese. «Trasparenza innanzitutto, per il bene dei cittadini della nostra regione», ha detto.