Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ore 11.20, Bari Sotto la neve come fantasmi
Intense precipitazioni sui Monti Dauni. Campagne devastate dalle gelate
Questa immagine scattata da Gino Sasanelli è una cartolina del momento che viviamo. Sono le 11.20 di ieri a Bari, nella centralissima corso Vittorio Emanuele, quando l’ennesima spruzzata di neve imbianca una città deserta per le restrizioni sul coronavirus. Il maltempo ha fatto danni in tutte le campagne pugliesi.
Il forte calo delle temperature era stato annunciato nei giorni scorsi. La Puglia doveva essere una delle aree maggiormente interessate al ritorno di neve e ghiaccio per i il vortice di bassa pressione in arrivo da Russia e Balcani. E così stato. Ieri mattina Bari si è risvegliata imbiancata. Seri problemi hanno interessato i collegamenti con le Isole Tremiti. E le campagne pugliesi sono state devastate da gelate e nevischio. A rischio le colture primaverili come grano, mandorli, ciliegi, albicocche e verdure in campo. Sarà così fino al 26 marzo, poi le temperature avranno un rialzo.
Ma andiamo con ordine. La neve è scesa copiosa dal Gargano
ai Monti Dauni, fino alle aree più pianeggianti della Capitanata, ma anche a Bari e lungo la costa e in provincia, sulla Murgia in particolare. Imbiancati i tetti delle case a Foggia, Troia, Lucera e San Severo. Intense sono state le nevicate lungo le vette più alte della provincia a Faeto, Alberona Monteleone di Puglia, dove si sono registrati lungo le strade anche cumuli di oltre 10 centimetri. Come detto neve anche nelle aree interne del Gargano: a San Marco in Lamis, Rignano Garganico, San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo. Non è andata meglio sulla costa: deboli precipitazioni nevose anche a Vieste e a Peschici. A Bari la neve è caduta per pochi minuti sciogliendosi subito dopo, così come Mola di Bari e Polignano a Mare. Nevicate più abbondanti si sono verificate in comuni interni come Locorotondo, Conversano. Sono rimasti interrotti per ore i collegamenti tra il porto di Termoli e le Isole Tremiti. La motonave «Isola di Capraia» non ha effettuato le corse per San Domino. Mare in burrasca, mare mosso e vento da nord a forza 7: il bollettino della Capitaneria di Porto è stato abbastanza chiaro.
Ma sono state le campagne pugliesi a subire i danni più importanti. «Dopo un inverno primaverile, è partita la pazza primavera con gelate e nevischio che convivono con una perdurante siccità mettendo a repentaglio grano, mandorli, ciliegi e albicocchi e verdure in campo, dagli asparagi alle cicorie, dai carciofi ai cavoli alle bietole, ma anche le primizie come i piselli», spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, segnalando il brusco abbassamento delle temperature fino a -1 gradi, con le situazioni più gravi registrate nelle province di Bari, Bat e Foggia.
E in questo contesto si è aggravata anche la situazione della siccità. «La brusca inversione di tendenza del meteo, tra l’altro, non aiuta a riempire gli invasi», continua Muraglia.
Che così conclude: «L’agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali».
Savino Muraglia
La siccità si aggrava La brusca inversione di tendenza non aiuta a riempire gli invasi