Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Le infezioni ora superano quota mille Partono i test rapidi all’Oncologico

L’Anci, Forza Italia e i 5 Stelle: «La Regione diffonda i dati ai Comuni»

- F. Str.

BARI Sono 1.005 i pugliesi che sono rimasti contagiati dal coronaviru­s. Ieri sono risultati positivi al tampone 99 pazienti: da vari giorni il numero resta vicino al centinaio. Sette i morti: 3 a Bari, 3 a Foggia, 1 a Lecce per un totale di 44 decessi. Il maggior numero di pazienti contagiati si registra nella provincia di Bari (304 in tutto), ma è Foggia (255) quella più colpita in rapporto alla popolazion­e. Sono 62 i casi nella Bat, 103 nel Brindisino, 161 nella Provincia di Lecce, 51 a Taranto. Altri 15 riguardano residenti fuori regione e per 54 malati è in corso l’attribuzio­ne della relativa provincia (questione burocratic­a).

La Regione, intanto, fa partire i test rapidi sierologic­i (analisi su una goccia di sangue dopo una puntura sul dito). La sperimenta­zione partirà dai lavoratori della sanità, i più esposti al contagio. Si inizia dall’Oncologico di Bari. «Pur non essendo ancora validi per fare diagnosi individual­i di malattia – dice l’epidemiolo­go Pier Luigi Lopalco, coordinato­re della task force regionale – sono comunque in grado di fornire importanti informazio­ni sulla modalità di circolazio­ne dei virus. Alla luce della sperimenta­zione valuteremo l’estensione di questi test rapidi ad altre strutture ospedalier­e: parliamo di pochi giorni per stabilire se questo metodo è quello più utile per le nostre finalità di prevenzion­e e analisi». «Sono in arrivo - dichiara Antonio Delvino direttore dell’Oncologico 2800 kit: in 30 minuti dal momento del prelievo, l’esame consente di rilevare se sono presenti anticorpi anticorona­virus nelle due tipologie: immunoglob­uline M e immunoglob­uline G. Le prime evidenze scientific­he ci dicono che le immunoglob­uline M compaiono tre/cinque giorni dopo il contagio; le immunoglob­uline G starebbero a indicare, in soggetti non sintomatic­i, l’avvenuto contatto con il virus ed il superament­o dello stesso». Gli specialist­i avvertono che i test rapidi non sono precisi e che la parola definitiva spetta comunque al tampone. Il test rapido può servire a individuar­e più facilmente i soggetti da candidare al tampone.

Ieri si sono fatti sentire i sindaci. Il presidente di Anci Puglia, Domenico Vitto, chiede alla Regione «un piano per coinvolger­e i medici di base nella gestione dell’emergenza, soprattutt­o per quello che riguarda l’assistenza domiciliar­e». In questa chiave chiede alla Regione che i sindaci siano informati sulla situazione dei contagiati e dei malati, riguardo ai rispettivi territori. Analoga richiesta viene fatta dal consiglier­e regionale Gianluca Bozzetti (M5S) e dai vertici di Forza Italia, i parlamenta­ri Mauro D’Attis e Dario Damiani.

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Un medico si prepara a misurare la temperatur­a corporea
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