Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Materani in Spagna: «Rischiamo sull’aereo»

- A. C.

MATERA Vincenzo è un ragazzo materano di 19 anni e da settembre 2019 si trova nella cittadina andalusa di Jaén, in Spagna, dove frequenta la Facoltà di Scienze Politiche nell’ambito del progetto Erasmus plus che dovrebbe concluders­i a luglio di quest’anno. Del coronaviru­s fino a qualche settimana fa non aveva mai sentito parlare ma da quando l’infezione si è estesa anche da quelle parti, insieme al suo compagno di stanza brasiliano, combatte ogni giorno per evitare di ammalarsi. La voglia di tornare a casa è forte ma come spiega sua madre, esponente dell’amministra­zione comunale di Matera, le condizioni per riportare a casa Vincenzo e altri ragazzi materani sparsi in altre località spagnole non garantisco­no la salute dei ragazzi e sembrano complicars­i di giorno in giorno. «La Farnesina dovrebbe fare qualcosa per farli tornare in Italia, non solo facendoli salire su un aereo di linea come se fossero in vacanza, ma evitando loro tutte le condizioni di eventuali contagi». Il 13 marzo scorso una mail dell’Università di Bari aveva invitato gli studenti a presentare eventuale richiesta di rimpatrio nell’ambito di un accordo fra Miur e Unità di crisi della Farnesina. Vincenzo aveva deciso di approfitta­re di questa opportunit­à ma al momento della prenotazio­ne del volo, i posti erano già esauriti. Nel frattempo le immagini di quel viaggio in aereo verso l’Italia avevano fatto il giro del mondo: velivolo pieno in ogni posto senza nessun controllo sui passeggeri e nessuna forma di tutela fra un posto e l’altro. «A preoccupar­e me e mio marito, oltre ai genitori di altri ragazzi materani, era anche il percorso che i nostri figli avrebbero dovuto compiere per raggiunger­e Madrid e imbarcarsi sull’aereo, anche quello senza nessun controllo o alcuna forma di corridoio sanitario». Con una mail inviata via pec alla Farnesina ma anche al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la madre di Vincenzo e suo marito raccontano la vicenda di cui sono protagonis­ti e che tiene ancora loro figlio in Spagna, costretto in casa per evitare ogni contagio mentre all’orizzonte appare una seconda possibilit­à. All’orizzonte, intanto, appare la seconda opportunit­à: un altro volo Alitalia previsto per domani, quasi sicurament­e con le stesse modalità del precedente. E la preoccupaz­ione non si allenta. «È la stessa compagnia di bandiera – scrivono – ad affermare di non poter garantire la distanza di sicurezza fra I passeggeri imponendo, per consentire l’imbarco l’uso di mascherine e guanti che I viaggiator­i devono preventiva­mente procurarsi. La salute che si vuole tutelare - concludono - è quella dei cittadini o della compagnia?». Nel frattempo lo sguardo è rivolto a giovedì e alla possibilit­à di vedere scendere Vincenzo dalla scaletta di quell’ aereo a Fiumicino, lontano per ragioni di sicurezza ma vicino almeno con il cuore, alla fine di un lungo incubo.

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