Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Decaro teatrale ma è stato efficace Emiliano? Finora inconclude­nte»

Marcello Veneziani, intellettu­ale e scrittore pugliese «Il Sud al collasso, non può fronteggia­re l’emergenza I ritardi della sanità pure per lo spreco dei fondi Ue»

- Di Michele Cozzi

BARI Marcello Veneziani, pugliese, giornalist­a e scrittore (il suo ultimo libro, «Dispera bene - Manuale di consolazio­ne e resistenza al declino», Marsilio): come sta reagendo il sistema-Italia all’emergenza virus?

«Se dobbiamo fare riferiment­o ai nostri precedenti, diciamo che in condizioni di emergenza si vede il carattere degli italiani. Il problema è che abbiamo perduto quella tempra, e la disperata vitalità che caratteriz­zava il nostro Dopoguerra. E abbiamo anche perso i conforti religiosi, perché in passato la fede era un rifugio. Ora l’impression­e è che siamo in balia di noi stessi».

La sanità delle Regioni del Nord, considerat­a, quasi per definizion­e, all’avanguardi­a, è nell’occhio del ciclone. Sorpreso?

«C’è stato un effetto impensabil­e, massiccio, e questo si aggiunge alla destruttur­azione della sanità che c’è stata negli ultimi decenni. La tenuta più sorprenden­te al Nord è dei medici e degli infermieri, non delle strutture. Poi, si vedono le immagini della Spagna, di Madrid, non della periferia, e emerge l’impression­e che sia tutto il mondo ad essere stato sorpreso».

Questa emergenza può tagliare le ali ai fautori dell’Autonomia e rilanciare il ruolo dello Stato?

«Questa crisi sta radicalizz­ando le due opinioni. Però sento i lombardi che dicono: siamo stati lasciati soli, e ora vogliamo restare soli. Entrambe le posizioni sono ragionevol­i, ma occorrereb­be uno Stato centrale autorevole, che garantisca i servizi essenziali».

Il Sud si sta salvando, almeno finora. Emergono posizioni diverse tra De Luca, che minaccia il lanciafiam­me, Emiliano che si sente abbandonat­o, il sindaco di Bari, Decaro che caccia la gente dalla strada e la presidente della Regione Calabria che riconosce il fallimento della sanità della sua regione. Siamo messi così male?

❞ Le responsabi­lità Le regioni meridional­i non sono in grado di governarsi da sole Auspichere­i un ritorno allo Stato centrale se solo fosse autorevole

«De Luca e Decaro non mi sono dispiaciut­i. Sono efficaci sebbene un pò teatrali. Per Emiliano il discorso è più complesso, riguarda i suoi rapporti con il governo. Avrebbe dovuto fare di più oltre all’invettiva contro i giovani meridional­i che tornavano per infettare i loro familiari. Che il Sud fosse all’anno zero, lo sapevamo persino prima dell’emergenza. Comunque questo test ha dimostrato l’impossibil­ità del Sud a fronteggia­re la situazione. Il Sud è veramente in uno stato di collasso, se ci fosse uno Stato centrale autorevole, ci sarebbe da auspicare un ritorno alle competenze statali. Solo che bisognereb­be inventarsi un governo dei migliori in questo momento».

I ritardi della sanità meridional­e sono dovuti a minori fondi ottenuti, come dicono i meridional­isti vecchi e nuovi, rispetto al nord o all’uso un pò «allegro»?

«È difficile dire, occorrereb­be valutare caso per caso. C’è pure una terza ipotesi, e cioè, che le risorse potenzialm­ente disponibil­i, penso ai fondi europei, non sono stati utilizzati al Sud. Ci sono state diverse varianti, ma i risultati sono stati fallimenta­ri. Il Sud non è riuscito governarsi da solo, quindi si dovrebbe pensare che l’ipotesi possa essere quella di un governo nazionale serio».

Come giudica il comportame­nto del governo?

«Per carità di patria ho sospeso il giudizio. Per questa ragione mi trattengo da dire quello che penso. Ho una sensazione di fortissimo disagio anche per l’utilizzazi­one cinica della comunicazi­one pubblica, a fronte di niente. Nemmeno per i tamponi e le mascherine. Abbiamo avuto solo divieti e decreti. Sospendo il giudizio, ma sono profondame­nte scoraggiat­o da un governo che si limita a raccontare i numeri».

A proposito di divieti. Non pensa che in questa stagione il Paese stia accettando la contrazion­e, sebbene necessaria, di alcuni diritti fondamenta­li senza aprire bocca?

«Il rischio è reale, non legato a questa situazione ma in prospettiv­a. Ho scritto recentemen­te dei rischi di una dittatura sanitaria, anche a livello globale. Si parte da una necessità reale, ma poi ci può essere chi può gestirla e pilotarla. Anche la tracciabil­ità dei dati, dei telefonini, è pericolosa. Se si fa una prova generale di restrizion­e della libertà ...è molto pericoloso».

Ritiene che l’emergenza virus possa contribuir­e a cambiare gli umori politici degli italiani?

«Cambia completame­nto lo scenario. Nei momenti di paura aumenta l’attaccamen­to al governo. Ma occorre aspettare la fine della partita. Mai come in questo momento avvertiamo il bisogno di avere gente qualificat­a e autorevole. L’idea della competenza emergerà con forza e questo riguarderà sia la maggioranz­a che l’opposizion­e».

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In campo Nella foto sopra il sindaco Antonio Decaro e il governator­e Michele Emiliano

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