Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Pazienti da seguire a casa Ma niente saturimetri»
Donato Monopoli, Fimmg: combattiamo a mani nude
I pazienti mandati a casa dovrebbero essere dotati di strumenti che possano dare notizie dei parametri vitali. Ma i saturimetri, fondamentali in quanto misurano la saturazione dell’ossigeno nel sangue, non ci sono. È l’allarme lanciato da Donato Monopoli, segretario regionale della Federazione dei medici di medicina generale.
❞ Ci stiamo attrezzando per sfruttare la tecnologia, ampliata la reperibilità telefonica
BARI Donato Monopoli, segretario della Fimmg Puglia, la federazione dei medici di medicina generale, lo ripete da giorni: «Combattiamo a mani nude contro il nemico Covid». Segretario, ieri è morto in provincia di Foggia un suo collega della continuità assistenziale, Antonio Maghernino.
«Purtroppo dobbiamo registrare che la situazione relativa ai contagi da Covid-19 tra gli operatori sanitari si sta aggravando anche in Puglia, anche se per il momento in proporzioni minori. Antonio esercitava nella guardia medica di una zona cosiddetta cluster, dove ci sono più casi. Siamo nell’ordine di circa 250 casi nella provincia di Foggia e in una città focolaio piuttosto importante. Inutile dire che sono molto amareggiato». Si spieghi.
«Siamo senza presidi di sicurezza. Le Asl non ce li forniscono. Sono pari a zero. Combattiamo a mani nude, per dirla con una metafora. Che tanto metafora non è. Quei pochi dispositivi di protezione individuale che siamo riusciti a recuperare, addirittura arrivano da qualche nostro paziente che aveva qualche mascherina. Così andiamo avanti. Così riusciamo a fare solo qualche visita - dopo praticamente un interrogatorio di terzo grado al telefono – ai pazienti che in questo modo selezioniamo per farli accedere all’ambulatorio. Ma senza alcuna certezza che non vi siano casi asintomatici tra loro, né che ovviamente ci abbiano detto tutto durante la fase del triage. Poi ci sono tutti i pazienti sia positivi al Covid-19 che i sospetti in isolamento domiciliare che vanno seguiti».
Come state reagendo a questa situazione?
Ci stiamo attrezzando per sfruttare la tecnologia. Abbiamo ampliato le ore di reperibilità telefonica, attivato la possibilità di essere raggiunti dai pazienti tramite videochiamate, messaggistica Whatsapp o altre piattaforme telematiche già presenti sui sistemi gestionali della medicina generale. Però non basta. In alcuni casi il contatto con il paziente è indispensabile per offrire assistenza, soprattutto nel momento in cui l’attività ordinaria degli ambulatori è stata sospesa dalle Asl. Bisogna tener conto anche dei pazienti contagiati che, una volta usciti dalla fase acuta trattata in ospedale, vanno poi curati a casa».
Insomma, ci sono numerosi pazienti positivi al Covid-19 che restano a casa perché non presentano sintomi tali da essere ricoverati in ospedale. Pazienti contagiati e poi negativizzati e dimessi, ma che devono essere seguiti comunque. E poi ci sono pazienti con sintomi assimilabili all’influenza, che potrebbero essere potenziali positivi, ma senza il test non è possibile stabilirlo. Come vi regolate?
«Sarebbe opportuno dotare questi pazienti, compresi quelli dimessi, di strumenti che possano darci notizie dei parametri vitali. Per l’assistenza domiciliare servono in particolare i saturimetri, che sono degli strumenti di facile impiego per misurare la saturazione dell’ossigeno nel sangue e aiutare il medico a prendere le decisioni terapeutiche più opportune. Non si vuol capire che il ruolo dei medici di famiglia e di continuità assistenziale è fondamentale per combattere l’epidemia e che la battaglia contro il nuovo coronavirus si vince anche sul territorio, trattando a domicilio in modo adeguato, con protocolli stabiliti, i casi meno gravi, in modo da evitare che peggiorino e vadano ad intasare le strutture ospedaliere. Ma non bastano dedizione e sacrificio dei medici e degli operatori sanitari. Servono certezze».
I saturimetri sono nelle vostre disponibilità?
«Non ne abbiamo, tranne uno, due per uso personale. Bisogna acquistarli».